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Ad aprile busta paga più pesante

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Buonenotizie per i lavoratori dipendenti. Quelli che per vivere possono contare solo sulla busta paga. Ebbene per questi, la maggioranza, le retribuzioni contrattuali orarie ad aprile sono cresciute dello 0,1% rispetto a marzo 2009 e del 3,5% su aprile 2008. A confermarlo è stato ieri l'Istat sottolineando che nello stesso mese il tasso di inflazione è stato pari all'1,2%. Un effetto quello dell'ingrossamento del salario che non è relativo a nessun rinnovo contrattuale ma solo ad aumenti previsti dai contratti in vigore. Restano invece in attesa di rinnovo 20 accordi relativi a circa 2,4 milioni di dipendenti e il 20,4% del monte retributivo totale. In particolare, mentre nell'industria e nell'agricoltura sono stati rinnovati tutti i contratti, i servizi privati risultano rinnovati per l'81,4% mentre per la pubblica amministrazione sono in vigore solo il 47,9% degli accordi. L'Istat ha sottolineato, infine, che l'indice delle retribuzioni orarie contrattuali per l'intera economia proiettato per tutto l'anno «in base alle sole applicazioni previste dai contratti in vigore alla fine di aprile 2009 registrerebbe un incremento del 2,9%». Salari leggermente più pesanti dunque ma anche molti che alla paga dovranno rinunciare. A marzo, infatti, l'Istat ha rilevato un nuovo boom per la cassa integrazione nelle grandi imprese e la continua emorragia occupazionale. Nelle aziende con oltre 500 dipendenti a marzo le grandi imprese hanno segnato un calo dell'1,2% dell'occupazione su base tendenziale (-0,1% su febbraio) ma la riduzione raggiunge il 3,4% se si considera il dato al netto della cassa integrazione, il dato peggiore dal 2001, anno di inizio della serie storica. Le ore di cassa integrazione utilizzate dalle imprese nel mese sono state 35,3 ogni mille ore lavorate, con un aumento del 370,7% rispetto allo stesso mese del 2008. Ma se si considerano solo le grandi imprese dell'industria le ore usate di cassa sono state 95,5 ogni mille lavorate (+413,4%), quasi una ogni dieci. Nell'industria infatti se al lordo della cassa integrazione il calo tendenziale di occupazione a marzo è stato del 2%, la riduzione diventa l'8,1% se si considera al netto della cassa integrazione. L'occupazione - spiegano i tecnici dell'Istat - è diminuita a marzo soprattutto nelle grandi imprese del tessile abbigliamento e nel settore dei pc e dei prodotti elettrici.

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