"Ora un intervento forte per la politica dei redditi"
{{IMG_SX}}Il segretario generale della Confsal chiede all'esecutivo un impegno forte del governo nel Dpef a sostegno dei redditi di lavoratori e pensionati. Cosa non va nella riforma Brunetta? «I comparti di contrattazione collettiva nazionale sono oggi dieci e otto le aree dirigenziali. La riforma firmata Brunetta ne prevede solo due con due aree dirigenziali. Da una parte enti locali e sanità dall'altro tutto il resto». Non è bene semplificare? «In linea di massima sì. Ma non troppo altrimenti il nuovo modello di contrattazione collettiva che punta sulla specificità delle aree di lavoro va all'aria». La proposta Confsal? «Limitare a quattro comparti la razionalizzazione. Il primo da dedicare all'area della conoscenza che comprenda così scuola, università e alta formazione. Il secondo con ministeri e agenzie fiscali, con enti pubblici non economici e presidenza del consiglio. Il terzo per la sanità e il quarto per gli enti locali». Torniamo alla crisi. Cosa propone per superarla? «Occorre incentivare il potere d'acquisto di lavoratori e pensionati. Questo è il tema da mettere al centro del Documento di programmazione finanziaria ed economica per il 2010-2012. Insomma una nuova politica dei redditi» Cosa chiedete al governo? «Un impegno per far emergere il lavoro sommerso e una seria lotta all'evasione contributiva. Insieme alla diminuzione della pressione fiscale e alla defiscalizzazione dei redditi del lavoro dipendente almeno nella parte relativa al salario accessorio» Intanto il governo pensa anche alle pensioni. E la Confindustria si è già dichiarata favorevole. «Non adesso nel momento della crisi. Ma nel momento della ripresa economica bisogna tornare a metterci le mani. Non senza tenere conto però di una revisione dei meccanismi di calcolo. Chi va in pensione oggi ottiene circa l'80% dell'ultimo stipendio. Nel futuro non si arriverà al 40%. E il terzo pilastro previdenziale non sembra sia ancora all'altezza per integrare le rendite».