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Antitrust accende un faro sulla banca Conti in salute

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A spingere l'authority ad avviare un procedimento di inottemperanza, che potrebbe costare a Intesa una multa compresa tra i 500 milioni e i 5 miliardi, è stato il patto siglato tra la Banque Verte e le Generali sulle rispettive partecipazioni in Intesa. Nel corso del procedimento, che si concluderà entro l'11 ottobre prossimo, Intesa avrà la possibilità di difendersi. Ma, senza un ritiro del patto o un suo sostanziale svuotamento, pare difficile che Cà de Sass possa evitare la multa. Per sciogliere l'accordo, voluto dall'Agricole, di non svalutare la sua quota in Intesa, la banca di Giovanni Bazoli avrà però bisogno del consenso dei due soci. I segnali venuti ieri da Parigi non fanno ben sperare: l'amministratore delegato dell'Agricole, Georges Pauget, ha detto che il patto «rispetta la legge» e che la quota del 5,8% in Intesa è «di medio termine». Silenzio invece da Trieste. La tegola cade su Intesa nel giorno in cui la banca ha presentato una trimestrale in ripresa rispetto alla perdita di 1,2 miliardi registrata negli ultimi tre mesi del 2008, chiusa con un utile di 1,1 miliardi (-38,5% sul corrispondete periodo del 2008), ben al di sopra delle attese degli analisti anche per un contributo fiscale straordinario di 511 milioni. Il trimestre, ha detto l'ad Corrado Passera, è stato «un pò sopra le nostre attese» e «siamo più fiduciosi di due mesi fa di centrare i nostri obiettivi nel 2009». Passera si è detto «ragionevolmente fiducioso» sul fatto che l'utile annuale non sarà «lontano da quello dello scorso anno», pari a 2,5 miliardi, e ha ribadito «l'impegno a pagare il dividendo nel 2009».

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