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Dubbio tedesco sulla fusione Fiat-Opel

Tre sedi: il Lingotto di Torino per Fiat; Auburn Hill nel Michigan per Chrysler e Ruesselsheim in Germania per la Opel

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Il dialogo dell'ad della Fiat Sergio Marchionne con la Germania continua. Non resta altro da fare dopo che la Renania-Palatinato, la regione tedesca con la più alta concentrazione di impianti Opel, non ha digerito il piano del Lingotto per il matrimonio. Marchionne però non si dà per vinto e si dimostra aperto al dialogo: Torino, dice, sta ancora esaminando le «diverse soluzioni» per un possibile scenario dopo-Opel. In Italia, intanto, i sindacati chiedono al governo un tavolo per eliminare sospetti sulla chiusura della fabbriche. Il manager è atterrato all'aeroporto di Francoforte direttamente dagli Usa per illustrare il suo piano ai governatori di due Land tedeschi: quello dell'Assia, il conservatore Roland Kock, e quello della Renania Palatinato, il socialdemocratico ed ex Segretario generale della Spd, Kurt Beck. Si è trattato di incontri importanti, visto che nell'Assia - a Russelsheim - sorge la sede e il principale impianto della controllata Gm e nella Renania Palatinato - a Kaiserslautern - si trova l'unico impianto della Opel (su quattro) che dovrebbe essere ridimensionato. Beck si aspettava garanzie sull'occupazione, ma sembra che sia rimasto deluso. «Dal punto di vista tedesco e dal punto di vista della Renania Palatinato ci sono dei punti interrogativi sul piano della Fiat, che sono diventati ancora più grandi dopo il colloquio» con Marchionne, ha detto l'esponente della Spd. Il governo del Land, ha infatti spiegato, «nutre notevoli preoccupazioni rispetto a un piano che non prevede per la Opel una propria produzione di motori in Germania». Secondo le intenzioni di Torino, a Kaiserslautern dovrebbero rimanere solo i pianali e la componentistica, ma per Beck non basta. Di fronte a questi dubbi, Marchionne si è affrettato a commentare che su Kaiserslautern «è ancora tutto da discutere». Insomma la Fiat sarebbe disposta a tornare sui propri passi, almeno in parte. Lo ha confermato lo stesso ministro dell'Economia Karl-Theodor zu Guttenberg (Csu), rivelando che «la Fiat sta ritoccando la sua bozza di piano». Intanto è arrivato il via libera all'integrazione di Chrysler con Fiat: lo ha stabilito il tribunale fallimentare statunitense incaricato di valutare l'operazione. Secondo il tribunale la scadenza per presentare eventuali offerte alternative è il 20 maggio.

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