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Class action "spuntata"

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{{IMG_SX}}  Rimarrebbe fuori così la possibilità di una azione collettiva da parte degli obbligazionisti Alitalia, per i quali il decreto anticrisi prevede solo un rimborso parziale. L'ennesimo rinvio è sancito da un emendamento della maggioranza (a firmarlo è Alberto Balboni del Pdl) al disegno di legge Sviluppo che contiene norme sull'energia e il nucleare e sulla competitività delle imprese italiane. La proposta di modifica deve avere ancora l'ok dell'Aula di Palazzo Madama, che ha cominciato a votare gli emendamenti al ddl ieri ma sembra evidente che su questa proposta dovrebbe convergere il sì di gran parte della maggioranza «perché la retroattività delle norme giuridiche - commenta fuori dall'ufficialità il relatore Antonio Paravia del Pdl a margine dei lavori in Senato - è sempre molto difficile da accettare». Un principio dunque di «correttezza» giuridica che rischia di passare però sopra le aspettative di migliaia di consumatori frodati dai grandi crac che hanno investito il Paese negli ultimi anni, da Cirio a Parmalat, per citare le storie più importanti. Anche se, per essere precisi, il testo licenziato dalla Commissione Industria del Senato già limitava parecchio la retroattività ammettendola solo dal luglio 2008. «Ora invece - afferma il senatore dell'Idv Elio Lannutti - rimarranno fuori anche i piccoli obbligazionisti Alitalia che, già truffati dal Tesoro con un rimborso parziale, avrebbero potuto deciso di far valere i propri diritti in modo collettivo». Tutta l'opposizione è furiosa. Primo tra tutti Elio Lannutti che, come presidente dell'Adusbef, sostiene che «ogni altro rinvio della class action significa continuare ad andare a braccetto con bancarottieri e truffatori».

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