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Le banche italiane pronte a finanziare il maxi polo dell'automobile

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Arrivada Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza della maggiore banca italiana, la disponibilità, condizionata, a supportare il gruppo torinese. E un atteggiamento analogo, pur con modulazioni diverse, si raccoglie nei quartieri generali degli altri grandi istituti di credito storicamente vicini al Lingotto: Unicredit e Mediobanca. Tutti per ora alla finestra, in attesa di una chiamata di Marchionne, quando si definirà meglio lo scenario al quale l'amministratore delegato della casa automobilistica sta lavorando. «Vedremo, quando conosceremo tutto», ha detto Giovanni Bazoli interpellato su un possibile nuovo intervento al fianco di Torino. «Credo che continueremo in una linea di collaborazione che abbiamo sempre dato a favore della rinascita di Fiat», ha aggiunto. L'istituto, insieme a Unicredit e a Calyon (Credit Agricole), ha messo a disposizione di Fiat, lo scorso febbraio, una linea di credito da 1 miliardo. Analogo l'impegno di Piazza Cordusio anche se dall'istituto guidato da Alessandro Profumo si sottolinea che ogni valutazione per il momento è prematura. Mediobanca sarebbe pronta a fornire i propri servizi di consulenza. Finora unico consulente di Fiat è Ubs, che ha messo a disposizione del numero uno del Lingotto un team italo-americano. Più che la consulenza la partita si gioca tuttavia sull'indebitamento del gruppo torinese, visto che, in caso di scorporo dell'auto, rimarrebbe in carico Fiat Holding per buona parte. La nuova Fiat auto, che avrebbe tra l'altro in pancia il 20% di Chrysler e sarebbe destinata a incorporare Opel, potrebbe invece partire senza debito e godere degli aiuti di Stato Usa e tedeschi.

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