Il clima economico non induce certo a pensare che la crisi sia finita
Eppurequalche segnale che la turbolenza in cui il sistema produttivo è entrato nel 2008 stia per attenuare i suoi effetti si può cominciare a leggere. Ieri un primo segnale di conforto è arrivato dall'indagine congiunturale della Confcommercio che ha messo in evidenza, pur nel clima di incertezza generale che continua a permanere, come a marzo si sia arrestata la caduta dei consumi. Una piccola luce si è accesa in fondo al tunnel, insomma. Secondo l'organizzazione «il lieve recupero dei consumi a marzo, pur segnando una riduzione tendenziale dello 0,1% in termini di quantità e risultando quindi meno negativo rispetto a quanto registrato nel primo bimestre dell'anno non è ancora sufficiente a determinare un'inversione di tendenza ma fa ben sperare per i prossimi mesi». Il dato di marzo - ha spiegato Confcommercio - è ancora influenzato da una serie di elementi che non permettono di identificare con chiarezza se la fase più negativa dei consumi possa considerarsi ormai superata. Anche la variazione congiunturale, che ritorna positiva dopo quattro mesi non consente un recupero dei livelli di fine 2008. A supportare la tesi di un andamento meno sfavorevole della domanda delle famiglie, nei prossimi mesi - aggiunge Confcommercio - vi è anche la ripresa registrata nel mese di aprile del clima di fiducia tornato sui valori di fine 2007. In termini reali - prosegue l'organizzazione - il dato di marzo riflette il permanere di una situazione negativa per la domanda relativa a quasi tutti i settori. A questo andamento fanno eccezione sia i beni e i servizi per la mobilità, su cui cominciano a produrre effetti positivi gli incentivi relativi all'acquisto di mezzi di trasporto, sia quelli dell'area delle comunicazioni, soprattutto per i beni dell'Ict domestico. «Si arresta la caduta dei consumi ma permane l'incertezza. Infatti, dopo quasi un anno di variazioni particolarmente negative oggi ci avviciniamo allo zero. Questo dato ci fa dire che la crisi profonda e strutturale dei consumi ha toccato, forse, il suo minimo storico e che, con ogni probabilità, nei prossimi mesi ci dovrebbero essere dei timidi segnali di ripresa». Questo il pensiero del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, sui risultati dell'indicatore sui consumi a marzo. La cautela resta però d'obbligo. «È prematuro parlare di una ripresa tout court robusta e duratura perché è vero che la caduta si è attenuata ma è altrettanto vero che, tranne le comunicazioni e il settore dell'auto - che ha fatto registrare un +3,4 grazie agli incentivi - tutti gli altri consumi hanno ancora un segno meno»