Zaia: "L'agricoltura torni al centro della vita"
Ieri il ministro dell'Agricoltura nel maniero di Cison di Valmarino in provincia di Treviso ha inaugurato la prima giornata di lavori del G8 sull'agricoltura. «Sulla centralità dell'agricoltura nell'economia globale hanno concordato tutti i ministri presenti al G8» ha aggiunto Zaia. A Castelbrando sono presenti, oltre alla Presidenza italiana, le delegazioni di tutti gli altri Paesi G8, insieme al Commissario europeo all'agricoltura Mariann Fischer Boel e al viceministro dell'Agricoltura della Repubblica Ceca, in quanto rappresentante della presidenza di turno dell'Ue Ivo Hlavac. Nel fare il bilancio dei lavori, il ministro Zaia ha pure notato, con una certa commozione, che tutte le delegazioni hanno aperto i loro discorsi testimoniando solidarietà all'Abruzzo colpito dal sisma. Tra le priorità, emerse subito dal summit, il problema del cambiamento climatico. I ministri hanno concordato sulla necessità di non superare i due gradi di crescita della temperatura globale: oltre questa soglia aumenteranno la siccità, la fame, l'estinzione di specie vegetali e animali con la perdita di biodiversità, catastrofi ambientali. «Abbiamo convenuto sulla necessità di far fronte ai cambiamenti climatici, le cui conseguenze sono note ma che creano anche grandi difficoltà agli agricoltori. Proprio dalla terra e dall'agricoltura verrà un utile aiuto a risolvere questo problema grazie anche al contributo delle bioenergie. Entro il 2015 gli Stati Uniti porteranno le coltivazioni per il bioetanolo al 74%, il Brasile al 30% e l'Europa al 47%». Dal G8 agricolo non usciranno, comunque, stanziamenti economici a sostegno del settore nel mondo ha voluto precisare Zaia aggiungendo comunque che «si parlerà dei danni per oltre 100 milioni di euro subiti a causa del terremoto dall'agricoltura abruzzese». I ragionamenti sugli stock faranno parte integrante del documento che sarà consegnato al vertice del G8 di luglio a La Maddalena. Il ministro Zaia è tornato sul tema dei dazi su cui ha ribadito di non avere una posizione di protezionismo «ma, in una condizione di mercato libero, occorre certamente trovare un punto di equilibrio». «L'Italia è per il libero mercato - ha detto Zaia - Ma se siamo tutti d'accordo di rimettere al centro agricoltura e agricoltori, non possiamo agire in maniera tale da affamarli. Grazie alle nuove tecnologie e piattaforme logistiche i Paesi in via di sviluppo possono confrontarsi con quelli sviluppati, dove però i costi di produzione saranno sempre più alti». Il ministro italiano nel primo tavolo di lavoro ha portato l'attenzione sulla difesa delle identità produttive e la necessità di tutelarle dalla contraffazione. «La tutela dei prodotti italiani, messi a rischio dall'agropirateria - ha spiegato Zaia - si rende necessaria sotto un profilo economico e di sicurezza alimentare. Economicamente il nostro export che fattura 24 miliardi è infatti gravemente danneggiato, ci toglie spazi che potremmo occupare, e un valore di esportazione che indicativamente potrebbe arrivare sui 60 miliardi». E Coldiretti, a questo proposito, ha allestito a questo proposito, alla base del maniero di Castelbrando una passerella di «tarocchi» del made in Italy, dal Parmesan al Pompeian olive oil prodotto nel Maryland. Insomma la qualità non deve essere un lusso ma uno standard per tutti i consumatori. Sicurezza alimentare e lotta all'agropirateria restano delle priorità. «Anche sull'origine l'Italia ha conquistato un grande risultato - ha detto il ministro - una grande vittoria sulla battaglia per l'origine obbligatoria dell'olio extravergine di oliva che entrerà in vigore dal 1 luglio. Anche in Parlamento il ddl sull'origine obbligatoria delle etichette dell'agroalimentare è alla seconda lettura». «Tutto questo ci aiuterà a vivere in modo più sano».