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Contratti, riforma al via tra le polemiche sindacali

Sacconi

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Il segretario generale del sindacato di Corso d'Italia Guglielmo Epifani ha consegnato una lettera al presidente degli industriali Emma Marcegaglia nella quale ribadisce le motivazioni della sua posizione. Poi è tornato a incalzare polemicamente Cisl e Uil accusandoli di aver commesso «un errore» e di «dividere i lavoratori e i sindacati in un momento in cui si dovrebbe stare uniti». Per il leader della Cgil questo accordo «mette i lavoratori in una situazione di difficoltà e debolezza e impedisce al contratto nazionale di recuperare l'inflazione reale». Ma Bonanni, leader della Cisl replica: la Cgil si è autoisolata. La Marcegaglia ha espresso l'auspicio che «nei contratti di categoria prevalga da parte di tutti senso di responsabilità». Duro il commento del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi alla posizione della Cgil. «Il nuovo modello contrattuale, con il meccanismo che lega i salari alla produttività, rappresenta una svolta importantissima che solo la vecchia ideologia classista impedisce di capire». Poi ha bollato come «sciocchezze ideologiche» le critiche sollevate dalla Fiom che ha già annunciato che non applicherà le nuove regole nella piattaforma dei metalmeccanici che verrà presentata in vista della scadenza del contratto di fine anno. Ma vediamo i pilastri del nuovo modello contrattuale. Innazitutto sarà unico per i settori pubblico e privato e avrà durata triennale, tanto per la parte economica che normativa. L'assetto della contrattazione è confermato su due livelli: il contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria e la contrattazione di secondo livello pure questo di durata triennale. Gli aumenti contrattuali saranno legati a un nuovo indice. Il tasso di inflazione programmata viene sostituito da un indice previsionale costruito sulla base dell'Ipca (l'indice dei prezzi al consumo armonizzato, elaborato da Eurostat), depurato dai prezzi dei beni energetici importati. Riguardo al secondo livello si richiede che vengano incrementate e rese strutturali tutte le scelte volte a incentivare in termini di riduzione di tasse e contributi, la contrattazione di secondo livello che collega incentivi economici al raggiungimento di obiettivi di produttività e redditività.

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