Bankitalia, il peggio è alle spalle
I segnali ci sono anche se deboli e non si può certo tirare un sospiro di sollievo. Eppure la fine del tunnel della crisi potrebbe essere vicina. La Banca d'Italia nel consueto Bollettino Economico lascia intendere che il peggio è passato giacchè nonostante la situazione resti grave, con il quarto calo consecutivo del pil nel primo trimestre («dell' ordine di quello registrato nello scorcio del 2008, ovvero -1,9%), «si intravedono alcuni segnali» di «allentamento della forza della recessione». Uno spiraglio di ottimismo il Governatore Mario Draghi lo aveva lasciato intravedere già la settimana scorsa all'Ecofin informale di Praga (ricordando tuttavia che «una rondine non fa primavera»). Restano comunque incerti i tempi della ripresa economica che non potrà più contare sullo slancio dell'export e sconta il pessimismo permanente delle famiglie preoccupare per l'andamento del mercato del lavoro. Un pessimismo che non riesce ad essere attenuato nemmeno dal calo dell'inflazione (che scenderà fino all'estate) e dei tassi di interesse che aiutano a sostenere i conti. La disoccupazione è in costante aumento così come il ricorso alla cassa integrazione. Nel Bollettino si legge che «nonostante gli effetti positivi sul bilancio familiare e sulla possibilità di risparmiare determinati dal rapido calo dell'inflazione e dei tassi di interesse, sono peggiorati i giudizi sul quadro economico» e in particolare «sull'andamento dell'occupazione». Via Nazionale non si sbilancia in previsioni ma il Bollettino riporta che «gli analisti si attendono una contrazione dell'attività economica del 2,8% (con rischi al ribasso) e una crescita di appena lo 0,3% nel prossimo anno». La produzione industriale è scesa nel primo bimestre di circa il 5% rispetto al periodo precedente. E le stime di Bankitalia per marzo ne indicano un ulteriore calo. La crisi frena i bonus dei banchieri ma i compensi restano elevati. Dai bilanci degli istituti emerge che al top nel 2008 si collocano l'ex direttore generale di Intesa Sanpaolo, Pietro Modiano, (5,14 milioni) e l'ex consigliere delegato del Banco Popolare, Fabio Innocenzi (4,16 milioni), grazie alle buonuscite straordinarie concordate in sede di chiusura del rapporto. La crisi ha intaccato la parte legata ai risultati, non scalfendo invece quella fissa. L'ad di Unicredit, Alessandro Profumo, è quello che più ne ha risentito. Per quest'anno il banchiere, terzo nella lista dei più pagati (ma primo al netto delle buonuscite), ha avuto circa 3,5 milioni contro i 9 del 2007.