Ue, meno posti persi a marzo

.Non è la fine del tunnel nel quale il sistema produttivo dell'Ue è entrato nella fase finale del 2008 ma è un piccolo segnale: a marzo la riduzione dei posti di lavoro in Europa è stata inferiore alle previsioni. Lo dice la Commissione Ue che - nel rapporto mensile sull'occupazione - parla di timidissimi segnali che però è ancora presto interpretare. Anche perché - e queste sono le ombre evidenziate ieri da Eurostat - nell'ultimo trimestre 2008 il Pil di Eurolandia è crollato dell'1,6%, più di quanto ci si attendesse. Eppure il commissario Ue agli affari economici e monetari, Joaquin Almunia, si è detto convinto della «ripresa graduale» dell'economia europea a partire dal 2010, perché fiducioso degli effetti positivi dei pacchetti anticrisi nazionali. Tutto continua però ad essere ammantato dalla più assoluta incertezza. Proprio Almunia, il prossimo 4 maggio, presenterà le nuove stime di crescita Ue e per la zona euro. E il commissario ha già annunciato, nel corso della riunione informale dell'Ecofin, che queste stime saranno riviste ancora al ribasso. I dati Eurostat indicano in effetti che il 2008 si è chiuso peggio del previsto: nel quarto trimestre -1,6% nell'Eurozona, -1,5% nell'Ue-27 e il -1,9% dell'Italia. Uno scenario in cui ogni segnale positivo non può essere trascurato. E uno arriva proprio dall'occupazione. A marzo si è registrata una caduta sul fronte della perdita di posti di lavoro annunciata». «Gli ultimi dati - si legge - mostrano che i mercati del lavoro nell'Ue stanno ora reagendo in maniera più forte alla crisi economica». Ci sono dunque «indicazioni per cui il trend di riduzione dei posti di lavoro, acceleratosi tra ottobre 2008 e gennaio 2009, potrebbe anch'esso stabilizzarsi». Intanto in Italia le retribuzioni contrattuali orarie sono crescono più dell'inflazione, mettendo a segno un incremento annuo che a febbraio si è attestato al 3,5%, contro il +1,6% segnato dai prezzi al consumo.