Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Dopo una settimana negli Stati Uniti per mettere a punto i tasselli dell'alleanza con la Chrysler, Sergio Marchionne è in questi giorni a Torino e si dedica ai problemi legati all'attività della Fiat.

default_image

  • a
  • a
  • a

Nodida sciogliere sul tappeto, però, ce ne sono ancora, e non irrilevanti: il Wall Street Journal ha parlato anche ieri di difficoltà sollevate dalle banche che hanno prestato 6,8 miliardi di dollari alla casa di Detroit: non vedrebbero di buon occhio la richiesta del governo americano di trasformare oltre 5 miliardi di dollari in azioni per ridurre il debito. Un nuovo ostacolo, questo, alla messa a punto di un piano di ristrutturazione che possa evitare per la Chrysler la bancarotta. D'altra parte il numero uno dell'azienda americana, Roberto Nardelli, non ha mai escluso completamente questa possibilità, preferendo lasciare «tutte le opzioni sul tavolo». In attesa di una schiarita sulla partita Usa, Marchionne, nel frattempo, deve chiudere i conti della trimestrale Fiat, che il consiglio di amministrazione del Lingotto esaminerà il 23 aprile. I primi due mesi per l'auto sono stati molto difficili e, solo a marzo, si è registrata l'attesa inversione di tendenza grazie agli incentivi concessi dal governo, che hanno rimesso in moto il mercato con buoni risultati per la Fiat sul fronte delle immatricolazioni. All'assemblea degli azionisti del 27 marzo l'amministratore delegato della casa torinese ha confermato oltre un miliardo di trading profit per il 2009, e la riduzione dell'indebitamento per un altro miliardo di euro. Un obiettivo importante in un anno che si presenta ancora pieno di incognite, rafforzato dai messaggi positivi lanciati anche dal presidente Luca Cordero di Montezemolo. A Piazza Affari, dopo il rialzo record della settimana scorsa, il titolo Fiat è di nuovo partito di slancio, ma ha rallentato a metà giornata invertendo la tendenza con l'arrivo delle prese di profitto. Alla fine della seduta ha ceduto l'1,75% e ha chiuso a 6,75 euro. Scivolone intanto per la Exor, la finanziaria attraverso la quale il gruppo Agnelli controlla la Fiat (-5,97% a 9,22 euro). Proprio in riferimento a questa società il tribunale di Torino avrebbe accolto secondo Radiocor la richiesta della Consob e ha riconosciuto la Exor responsabile civile in caso di condanna nel processo per aggiotaggio informativo relativo all'operazione di equity swap, che ha permesso alla famiglia Agnelli di mantenere il 30% di Fiat.

Dai blog