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Più peso al Campidoglio nella vendita del gas in Acea

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Sarebbe questo, secondo a quanto risulta a Il Tempo, il compromesso che i tecnici di Mediobanca starebbero mettendo nero su bianco nel riassetto della municipalizzata romana dopo lo stop allo schema di alleanza voluta dall'ex giunta Veltroni e bocciata dal nuovo sindaco Alemanno. A far pendere la bilancia verso un sì all'intesa con i transalpini da parte del Comune di Roma e l'altro socio forte dell'azienda, Caltagirone, il fatto che una maggiore partecipazione agli utili della sottosocietà sarebbe molto più redditizia dell'assetto immaginato inizialmente. A confermare questa tesi nei giorni scorsi l'audizione di dell'ad di Eni, Paolo Scaroni, alla commissione industria che ha fornito le cifre del business del gas. Scaroni ha detto: «su 1000 euro di bolletta solo 150 vanno al distributore, cioè chi porta il gas a casa del cliente, mentre 300 sono per chi il gas lo vende come Gazprom e Sonatrach» e come appunto la Gaz de France. Che cedendo una parte della fetta nella società dedicata alla compravendita di fatto raddoppierebbe gli introiti degli altri soci forti, come il Comune. Intanto proseguono gli strascichi del dopo Mangoni che per uscire insieme agli altri due manager avrebbe ottenuto 7 milioni di euro. I piccoli azionisti di Acea sono pronti a chiedere all'assemblea lo stop al pagamento. Fil.Cal.

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