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Terreno scivoloso per la Fincantieri a stelle e strisce

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All'iniziodell'anno la società cantieristica ha annunciato l'acquisto dell'80% di Manitowoc Marine Group (Mmg) per 120 milioni di dollari. Un'acquisizione importante nella strategia di internazionalizzazione del gruppo ma che, a solo due mesi di distanza, comincia a mostrare qualche crepa. Innanzitutto l'investimento aggiuntivo richiesto (circa 100 milioni di dollari) per ammodernare i cantieri americani: tre nel Wisconsin e uno a Cleveland nell'Ohio. Una spesa necessaria secondo i primi rapporti per soddisfare i requisiti minimi del cliente statunitense e cioè essenzialmente la Marina militare. Non solo. Se l'investimento è, infatti, interamente a carico della parte italiana il management della società dovrà essere tutto rigorosamente a stelle e strisce. Nessuna preclusione naturalmente per gli ingegneri della Fincantieri ma solo l'applicazione rigida della normativa Usa che non consente ai cittadini stranieri di lavorare sui progetti «classificati», cioè ad alta valenza strategica. Il sogno americano rischia di svanire anche perché il ritorno sul capitale dovrebbe essere assicurato da un contratto che la Mmg avrebbe già nel suo portafoglio ordini e cioè quello per la Littoral Combat Ship, relativo alla costruzione di navi da combattimento in acque costiere. Un progetto, però, già annullato e riavviato per tre volte e indicato al Congresso come uno di quelli più a rischio. A metterlo fuori gioco definitivamente il fatto che non ci sarebbero ancora clienti stranieri in vista e che l'unico che si è fatto avanti, l'Arabia Saudita, utilizzerebbe i fondi del Fms (Foreign military sales) messi a disposizione dal governo Usa per i paesi alleati. Soldi destinati, causa crisi, a una drastica riduzione. Fil.Cal.

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