"La recessione spingerà il Pil al -4,3%"
Tutti i paesi dell'area Ocse subiranno nel 2009 una "forte recessione" con un calo del Pil del 4,3%, e la debolezza rimarrà nel 2010 con un calo del prodotto interno lordo dello 0,1%. È quanto si legge nell'economic outlook interim report dell'Ocse. A livello mondiale, stima l'organizzazione, il Pil vedrà un ribasso del 2,7% per poi risalire dell'1,2% nel 2010. L'INFLAZIONE - L'eccezionale grado di debolezza emerso nelle economie dell'Ocse con tassi di disoccupazione sopra il 10% negli Usa e l'area euro "porterà a livelli di inflazione vicini a zero in alcuni paesi e alcuni vedranno dei livelli di prezzi in calo". Le previsioni, spiega l'Ocse, sono condizionate alla fine degli stress nel mercato finanziario. Il rischio maggiore è che l'indebolimento dell'economia reale possa ulteriormente colpire le istituzioni finanziarie e che le misure prese dai governi si rilevino insufficienti per ristabilire la stabilità e la fiducia mentre un'altra area di rischio è quella della tenuta dei paesi del Centro ed Est Europa. L'ITALIA - L'Italia vedrà aumentare nel 2009 il rapporto deficit/pil al 5%, che salirà al 6% nell'anno successivo. È quanto stima l'Ocse nel suo rapporto di marzo. Tale aumento, secondo l'organizzazione, non è però dovuto alle misure prese per estendere gli ammortizzatori sociali e per supportare le famiglie a basso reddito previste dai provvedimenti anti crisi, perchè queste hanno un impatto di bilancio pari a zero in quanto compensati da tagli in altre voci di spesa. GLI AIUTI - Il dato positivo di un aumento del 10,2% nel 2008 degli aiuti concessi dall'Ocse ai paesi poveri non deve trarre in inganno: in percentuale del Pil, si tratta degli stessi livelli raggiunti nel 1993. È il commento di Oxfam International e Ucodep, che sottolineano anche come l'Italia sia il fanalino di coda dei Paesi Ue. Un giudizio, quello sull'Italia, condiviso anche da Actionaid. L'ammontare degli aiuti raggiunge i 120 miliardi di dollari, sottolineano Oxfam e Ucodep, equivalenti allo 0,3% del Pil dei paesi donatori, lo stesso livello di 16 anni fa. E l'Italia, presidente in carica del G8, segna una delle peggiori performance: l'aiuto allo sviluppo nel 2008 registra un lieve incremento rispetto a quello del 2007 (+2,2%) e si assesta sui 4,4 miliardi di dollari (3,3 miliardi di euro). «Un piccolo passo avanti che è già stato vanificato dalla Finanziaria 2009, con l'approvazione di un taglio all'aiuto del 56%» denuncia Francesco Petrelli, presidente di Ucodep. DISOCCUPAZIONE - L'Italia deve rifocalizzare la spesa «per allargare il supporto ai disoccupati e le loro famiglie» che «sarà più efficace degli aiuti ai settori industriali o degli sforzi per dirigere il prestito bancario». È quanto scrive l'Ocse nel suo rapporto di marzo secondo cui un migliore controllo nella spesa e l' efficienza sono necessari per migliorare il valore del credito dell'Italia. Per l'organizzazione il tasso di disoccupazione nel 2009 passerà dal 6,8 al 9,2% per arrivare al 10,7% nel 2010.