Crisi, Tremonti fa prove di ottimismo
Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha usato l'ironia ieri al Forum di Confagricoltura di Taormina per rispondere alle nuove stime pessimistiche diffuse dalla Confindustria e che prevedono per il 2009 un calo del pil del 3,5%. Si tratta di previsioni «congetturali» ha detto il ministro Tremonti che ha poi inviato alla platea un segnale di fiducia. Ci sono «segni di relativa fine della caduta» ma «nessun ottimismo», soltanto un sano «realismo». O meglio: «Ci sono piccoli segnali che non sono più negativi come erano in gennaio». Tra questi l'incremento «del traffico postale, di quello autostradale e dei movimenti nei porti». «È troppo presto però - ha avvertito il ministro - per fare delle valutazioni di scenario. Da qui a dire che è ottimismo no...». Tremonti ha spiegato che la priorità, per il momento, è «mettere i soldi in tasca ai cittadini» e ricordato gli interventi del governo per «avere il massimo grado possibile di coesione sociale e per questo ha aumentato i fondi per gli ammortizzatori sociali». «Ma se ci sarà bisogno - ha assicurato - troveremo e metteremo altri soldi, ma non prima che ce ne sia bisogno». Insomma non è la fine del tunnel ma qualche barlume di luce si comincia a vedere. Ed è stata questa la risposta alla Confindustria che sempre ieri ha rivisto rivede al ribasso le stime sul Pil 2009 e sull'occupazione. Anche se, altro segnale positivo, viale dell'Astronomia rimane ottimista sulla ripresa dell'economia già a partire dalla seconda metà dell'anno. A contestare le previsioni degli industriali anche il ministro del welfare, Maurizio Sacconi: «C'è chi si esercita nel piacere del peggio». Un approccio condiviso anche dal ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola che ha preferito far cadere la polemica sui corvi («non ho mai detto a Marcegaglia che è un corvo: avevo detto, a proposito dei dati di Confindustria, che girano troppi corvi che evidenziano solo cose negative») e vedere invece quanto di positivo è emerso ieri dai dati del centro studi. «Sulla profondità della crisi siamo tutti d'accordo», e i dati di Confindustria «confermano la situazione difficile che stiamo vivendo. Ma - ha chiarito Scajola - questa volta Confindustria ha parlato anche di spiragli di ripresa». Il Centro studi della Confindustria prevede per il 2009 un calo del prodotto interno lordo del 3,5%, molto peggiore delle stime di dicembre (-1,3%) e anche delle previsioni fatte a febbraio (-2,5%). Timidi segnali di ripresa sono attesi dagli imprenditori italiani già nella seconda metà di quest'anno ma la crisi economica tra metà 2008 e metà 2010 costerà la perdità di 507.000 posti di lavoro portando il tasso di occupazione nel 2010 al 9%. Nel 2010 gli industriali si aspettano di nuovo una crescita del Pil (+0,8%). Le previsioni presentate dal direttore del Centro studi, Luca Paolazzi sono peggiori di quelle di dicembre anche sul rapporto deficit Pil (previsto per quest'anno al 4,6% rispetto al 2,7% del 2008) e per il debito pubblico che potrebbe toccare quest'anno il 112,5% del Pil (105,8% nel 2008). Tra i fattori che traineranno la ripresa ci saranno il calo dei prezzi dei prodotti energetici e dei tassi di interesse anche se resta «essenziale il ritorno di un clima di fiducia, passaggio che avrà bisogno ancora di tempo».