Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Fmi: "Crisi, lenta ripresa nel 2010"

default_image

  • a
  • a
  • a

Nel 2009 il prodotto interno lordo degli Stati Uniti registrerà un calo del 2,6%, quello di Eurolandia del 3,2% e quello del Giappone del 5,8%. Sono queste le ultime previsioni stilate dal Fondo Monetario Internazionale e contenute in un documento consegnato ai paesi del G20. Una «graduale ripresa» è prevista, secondo il Fmi, solo a partire dal 2010. Per il prossimo anno dunque le economie avanzate registreranno un progresso dello 0,3%, gli Stati Uniti dello 0,2%, Eurolandia dello 0,1%, mentre per il Giappone la congiuntura resterà negativa con un -0,2%. Quanto alle economie emergenti nel loro complesso, per quest'anno è previsto un avanzamento tra il 2 e il 2,5% mentre per il prossimo il Pil dovrebbe crescere tra il 3,5 e il 4,5%.   «Per mitigare il rischio dell'intensificarsi della crisi, i paesi del G20 dovrebbero adottare azioni immediate per contenere l'ulteriore deterioramento del settore bancario». È quanto afferma il Fondo Monetario Internazionale nel documento consegnato al gruppo dei 20 paesi più importanti del mondo e anticipato dall'Ansa. «C'è ancora bisogno di misure - avvertono gli economisti di Washington - per avviare il processo di ristrutturazione del sistema bancario per evitare un rallentamento economico ancora peggiore. Se i bilanci bancari non verranno ripuliti velocemente e le banche ristrutturate - mette in guardia il Fondo - si possono facilmente prevedere evoluzioni ancora più serie». In particolare, fa notare il Fmi, «la maggior parte dei programmi nazionali non contiene valutazioni sistematiche sulla solvibilità delle banche o su un piano di ristrutturazione. Un tale giudizio - sottolinea - includerebbe una valutazione delle perdite delle banche e necessiterebbe anche di un piano di ristrutturazione concordato che permetta agli istituti di credito di tornare al profitto». Il Fondo punta infatti il dito sul fatto che nelle economie avanzate sono stati fatti finora «progressi limitati» nel valutare gli asset tossici e «l'incertezza relativa alla solvibilità delle banche resta elevata e impedisce il ripristino della fiducia nei mercati».  

Dai blog