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Tremonti: vigilanza bancaria alla Bce

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Ormai più che una partita a scacchi è quasi una telenovela quella che vede protagonisti da mesi da una parte il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e dall'altra il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi. L'ultimo episodio è andato in scena ieri. Il responsabile di via XX settembre, a Londra per i lavori del G20, ha espresso la sua idea di una vigilanza sull'attività creditizia che dovrebbe essere sistemica. Dunque le competenze della Banca d'Italia dovrebbero passare alla Banca Centrale europea. Una dichiarazione che arriva con un perfetto tempismo il giorno dopo le tensioni sorte tra Tesoro e Bankitalia, per la circolare che ha di fatto sconfessato il progetto di affidare ai prefetti il compito di monitorare sul territorio le attività creditizie delle banche. Il ministro dell'Economia ha preferito non replicare direttamente alla presa di posizione della Banca d'Italia, («all'estero preferisco non parlare di questioni nazionali», ha detto), ma ha assicurato che il tempo per esprimere la propria posizione ci sarà, nei luoghi preposti. E ha rimandato così l'appuntamento alla settimana prossima: «terremo una riunione con Confindustria, Abi, banche e sindacato. Vorremmo riferire sull avanzamento dei lavori, cosa hanno fatto la Sace, la Cassa depositi, il Governo sul flusso credito all'economia. Inoltre analizzeremo come avanzano gli osservatori». Insomma la ferita tra i due palazzi resta aperta. Secondo quanto risulta a Il Tempo, però, nelle stanze di via Nazionale si respira un clima tranquillo. Draghi continua a contare sulla piena fiducia dei membri del Direttorio. E nessuna fronda interna che faccia da sponda a Tremonti sembra impensierirlo. Così ieri la nota uscita da Palazzo Koch è stata improntata alla massima diplomazia. Si «conferma la massima disponibilità» a «corrispondere alle esigenze informative delle Prefetture fornendo dati aggregati e analisi sull'andamento del credito a livello territoriale».

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