Telecom non taglia il dividendo
I buoni risultati, anche sul fronte dell'indebitamento (sceso in un anno di 1,7 miliardi a poco più di 34 miliardi), hanno permesso a Bernabè di confermare gli obiettivi del piano industriale. E in Borsa, scampato il timore di un maxi-taglio alla cedola, il titolo si è infiammato arrivando a guadagnare fino al 6% per poi chiudere in frenata a 0,96 euro (+0,31%). Nel 2008 Telecom ha generato ricavi per 30,16 miliardi di euro in calo del 2,8% sul 2007 (-2,3% la variazione organica) e un utile di 2,21 miliardi (-9,6% rispetto al 2007), superiore però ai 2,1 miliardi stimati degli analisti. Le attese maggiori erano sulla politica dei dividendi. Confermate le aspettative per una cedola a 5 centesimi per le ordinarie (dagli 8 del 2008) e di 6,1 per le risparmio (9,1 nel 2008): «Abbiamo scelto una politica dei dividendi prudente - ha spiegato Bernabè - per proseguire nella riduzione del debito». Il monte dividendi sarà dunque di 1,04 miliardi, con un «pay-out» del 46% circa, contro un monte dividendi di 1,6 miliardi del 2007. A Telco, socio di maggioranza con il 24,5%, andranno circa 163 milioni di euro. Una somma destinata ad essere assorbita dal pagamento degli interessi sul suo debito. Bernabè si è detto «fiducioso» di trovare «una soluzione entro l'anno» al problema della proprietà di Telecom Argentina e ha confermato sinergie per 1,3 miliardi con Telefonica, di cui 200 milioni già raggiunte. La trattativa con i sindacati per i 4 mila tagli annunciati a dicembre, ha detto Bernabè, «richiederà il tempo che ci vuole» ma procederà «in modo rispettoso degli individui coinvolti» e facendo attenzione «all'impatto umano». Intanto nel 2008 il personale è sceso di da 82.069 a 77.825 unità. Telecom, nel cui cda è stato cooptato per i Benetton Stefano Cao la posto di Gianni Mion, ha inoltre istituito l'organo di vigilanza sulla rete designando Francesco Chirichigno e Sergio Fogli.