Moody's affonda il Lingotto
La notizia non è stata presa bene a Piazza Affari dove il titolo, dopo una vivacità in apertura, ha perso alla chiusura il 5,59% a 3,54 euro a fronte di scambi pari a 33,5 milioni di pezzi (3% del capitale). Il rating di Fiat entra così nel territorio dei «junk» bond, ovvero titoli «spazzatura». Il capo analista di Moody's per il comparto europeo dell'auto, Falk Frey ha spiegato che «il taglio riflette il cash flow significativamente negativo nell'esercizio 2008, che ha portato a un peggioramento sensibile nella flessibilità finanziaria, con un peggioramento del debito da 5,9 a 6,3 miliardi di euro». Nelle previsioni di Moody's, la situazione del mercato rimarrà difficile con un significativo calo dei volumi attesi e con limitate prospettive per una ripresa decisa nel 2010. Per questo motivo, l'agenzia stima che la redditività operativa e la generazione di cassa rimarranno molto deboli nel medio termine e, come conseguenza, che il tempo necessario per l'abbandono della categoria «junk» e il ritorno a livello di «investment grade» necessiterà più tempo, anche senza prendere in considerazione scenari economici ancora più negativi. Il rating Ba1, avverte Moody's, continua a riflettere il forte recupero finanziario degli ultimi anni, un solido profilo industriale, con una buona offerta di prodotti e solide posizioni di mercato in diverse aree geografiche. L'outlook negativo, fa sempre notare Moody's, riflette la pesante dipendenza di Fiat nei confronti del sostegno continuativo delle sue banche principali, in considerazione del rinnovo delle linee di credito a breve termine (1 miliardo di euro), e tiene conto delle previsioni di un deciso peggioramento di Fiat nei suoi mercati chiave. Moody's stima infatti un calo della domanda di auto e veicoli commerciali leggeri di circa il 40% nel primo trimestre del 2009. Il declassamento è arrivato nel giorno in cui il cda di Fiat ha varato un nuovo piano di incentivazione dei manager, che verrà sottoposto alla prossima assemblea del 27 marzo, secondo il quale l'ad Sergio Marchionne potrà ricevere diritti che gli consentiranno di ottenere fino a 2 milioni di azioni Fiat, su un totale di 8 milioni disponibili.