C'è la crisi, gli italiani spengono la luce
La frenata maggiore è stata registrata nel settore dell'elettricità. A gennaio i consumi registrati dal gestore della rete, Terna, sono scesi a 27,3 miliardi di kilowattora, con una flessione dell'8,5% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Per trovare una diminuzione della stessa entità bisogna risalire fino al 1975, quando in agosto si registrò un -7,6%. La società che gestisce la rete elettrica italiana ha spiegato che gennaio è tradizionalmente un mese di consumi più contenuti, perché la prima settimana risente ancora del periodo delle festività natalizie. Quest'anno, poi, alcune aziende hanno ripreso a lavorare direttamente il 12 gennaio. In senso inverso ha agito invece il clima, con temperature in media più fredde di un grado e mezzo. Ma anche valutata a parità di calendario e temperatura, la variazione della domanda elettrica segnerebbe un -8%. «Il pesante calo dei consumi elettrici di inizio anno - ha spiegato la stessa Terna - riflette la perdurante fase di debolezza della produzione industriale». La frenata dell'industria condiziona anche i consumi petroliferi, in picchiata già da diversi mesi. A gennaio, secondo l'Unione petrolifera, sono scesi a circa 6,5 milioni di tonnellate, con un decremento dell'8,4%. La domanda di benzina è scesa del 7,2%. Dati pesanti, ma in linea con quelli degli ultimi mesi. Fa eccezione il gasolio, che mette a segno un vero e proprio tonfo: lo scorso mese i consumi sono crollati dell'8,1%. I prezzi al disributore non seguono la stessa dinamica. «Credo che ci sia abbastanza materia per l'intervento dell'Antitrust a difesa dei diritti dei consumatori. Controllo della filiera dei prezzi al dettaglio e completa riorganizzazione delle rete distributiva dei prodotti petroliferi rappresentano il primo punto per restituire competitività al nostro sistema energetico» ha detto Cesare Cursi, il presidente della commissione industria del senato.