Fmi: prospettive tetre per l'Italia
Le prospettive a breve termine dell'economia italiana sono "tetre" e l'eventuale ripresa sara' lenta e debole". Il Fondo monetario internazionale traccia un quadro pesante sullo stato di salute del Belpaese, pur promuovendo le misure anti-crisi messe a punto dal Governo: "La recessione", si legge nell'Article IV pubblicato questa notte, "si sta aggravando" e "la possibilita' di un andamento negativo piu' prolungato non puo' essere esclusa". Un giudizio che si traduce in tre anni consecutivi di Pil negativo: -0,6% nel 2008, -2,1% nel 2009 e -0,1% nel 2010. Con riflessi pesanti anche sui conti pubblici: il deficit salira' al 3,9% del prodotto interno lordo alla fine di quest'anno con il debito destinato a gonfiarsi fino al 109,4%. A pesare sulle "capacita' di rimbalzo dell'economia" italiana, sottolineano i tecnici di Washington, "sono le rigidita' del mercato del lavoro e dei prodotti, la scarsa concorrenza domestica, il probabile rallentamento del processo di ristrutturazione industriale e la debolezza delle finanze pubbliche", cosi' come la dipendenza del sistema dalle esportazioni. Per questo, osserva il documento, "l'agenda delle riforme dovrebbe concentrarsi sulla risposta alla crisi globale senza dimenticare di affrontare le sfide a piu' lungo termine". Insomma, le misure anti-cicliche piu' immediate "non dovrebbero far passare in secondo piano la necessita' di rispondere alla vera crisi economica italiana: l'incessante declino della produttivita'. Bisogna continuare sulla strada delle riforme strutturali", con l'obiettivo di "aumentare il potenziale di crescita dell'economia e sostenere il risanamento di bilancio sul versante della spesa nel medio-termine". Il Fondo promuove comunque le prime mosse del Governo. Il pacchetto messo a punto dall'esecutivo, osserva il documento, "tiene conto dello spazio limitato per gli stimoli fiscali e si concentra su misure temporanee, focalizzate e tempestive cosi' come sull'accelerazione dei progetti di investimento pubblici". Il Fondo vede "poco spazio per ulteriori stimoli" anche se non esclude che nuove misure possano essere messe in campo "se le prospettive della crescita dovessero ancora deteriorarsi". Per sostenere la ripresa, insite l'Fmi, l'Italia dovra' puntare sulla liberalizzazione dei servizi e del commercio, proseguire nella deregolamentazione del mercato dell'energia e accrescere il ruolo delle autorita' che promuovono la concorrenza. Inoltre, "e' necessaria una riforma del mercato del lavoro di seconda generazione per rafforzare il legame tra salari e produttivita', consentire alle retribuzioni di meglio rispondere alle differenze regionali e rendere piu' flessibili i contratti a tempo indeterminato". Buone notizie arrivano dal sistema finanziario che "non ha evitato la crisi globale ma ha finora resistito alle turbolenze", sebbene "le vulnerabilita' siano aumentate". Sotto pressione sono finite singole banche "ma il sistema nel suo complesso e' rimasto solido e nessuna istituzione e' sinora fallita". Secondo il Fondo, "la resistenza del sistema riflette il suo relativamente piu' sicuro profilo di rischio" dovuto alla "risposta prudente e sistematica" delle autorita' e ai "pre-esistenti alti livelli di protezione dei depositi". Ma anche agli scandali passati "come Parmalat e Cirio che potrebbero aver ridotto la propensione al rischio delle banche".