"Sospendere gli studi di settore"
Il presidente dell'organizzazione romana, Cesare Pambianchi, in una tavola rotonda ha infatti spiegato che la possibilità di integrazione e modifica prevista dal recente decreto anticrisi non è in grado di valutare appieno l'impatto della crisi sul settore. «Assistiamo - ha spiegato - a un incremento notevole dei contribuenti risultati non congrui ai parametri degli studi. Si è passati da un 15% del 2006 a una proiezione per il 2008 di non congruità pari addirittura al 70%». Possibilista il direttore dell'Agenzia delle entrate, Attilio Befera, ospite del convegno, che ha difeso «la validità notevole» degli studi di settore, pur condividendo, come peraltro previsto dal decreto anticrisi, che questi vengano modificati e integrati per tenere conto dell'impatto della crisi economica in corso. «Gli studi di settore - ha spiegato Befera - sono un punto di riferimento di una notevole validità sia per il contribuente sia per il fisco». Il direttore dell'Agenzia delle entrate ha ricordato come il decreto anticrisi preveda una revisione degli studi che sarà effettuata a marzo e ha spiegato come tali studi possano essere modificati attraverso un dialogo tra fisco e contribuenti. «Sospendere gli studi - ha concluso - significa togliere un punto di riferimento e non credo che questo sia conveniente e logico». Al meeting erano presenti anche Mario Baldassarri (An), Nicola Latorre (Pd) e il presidente dei commercialisti di Roma, Gerardo Longobardi.