Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Sì alle nozze Fiat-Chrysler

Marchionne

  • a
  • a
  • a

L'italiana fornirà tecnologia e prodotti alla casa Usa in cambio di una quota azionaria del 35%. «Solo iniziale» secondo il presidente di Fiat, John Elkann, che ha già anticipato l'intenzione di salire nella compagine societaria. L'intesa non ha però giovato al titolo in Borsa che ha guadagnato fino al 4% ma ha chiuso in flessione dell'1,34%. Con l'accordo, che sarà definito entro aprile, nascerà un gruppo con circa 240.000 occupati che, globalmente, nei 208 impianti industriali (30 Chrysler e 178 Fiat) costruirà oltre 4 milioni di auto. La lettera d'intenti prevede che il gruppo torinese abbia accesso alle piattaforme di prodotto e alle fabbriche della Chrysler in Nord America e che la casa Usa assisterà la Fiat nello sbarco della 500 e del marchio Alfa Romeo sul mercato americano. Il Lingotto condividerà con la casa americana prodotti e piattaforme, inclusi quelli destinati ai veicoli dei segmenti city e compatti, per ampliare l'attuale gamma dei prodotti di Chrysler e distribuirà veicoli dalla casa Usa in paesi al di fuori del Nord America. Il presidente Luca Cordero di Montezemolo ha parlato di accordo «molto importante, utile per la Fiat che potrà accedere finalmente al mercato Usa». «È un primo passo possiamo salire ancora. Arrivare al controllo? vedremo», dice John Elkann, vice presidente di Fiat, mentre per Sergio Marchionne la lettera d'intenti è «un passo fondamentale nello scenario del settore automobilistico, che sta vivendo una fase di rapido cambiamento, e conferma l'impegno e la determinazione di Fiat e Chrysler a ricoprire un ruolo importante in questo processo globale». Positivi anche i commenti politici. «Un accordo importante che è segno di vitalità e di flessibilità industriale» ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, mentre il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola ha definito l'intesa «una grande opportunità, fonte di speranza per avviare un percorso di ripresa». «L'intesa consente l'apertura di nuovi mercati e lo sviluppo di business su un territorio importante quale è quello nord americano» ha spiegato il sotttosegretario allo Sviluppo Economico, Ugo Martinat.

Dai blog