Filippo Caleri [email protected] I ministri a livello ...
Dunque sì agli aiuti pubblici per sostenere il settore, in particolare favorendo il rinnovo del parco macchine attraverso incentivi per la rottamazione, misure fiscali e appalti pubblici. A patto che questi interventi siano coordinati a livello europeo e mirati il più possibile allo sviluppo di auto «pulite». Selezione degli incentivi, dunque, per eliminare sul nascere la «corsa ai sussidi» distribuiti a pioggia, che porterebbe ad una inevitabile distorsione della concorrenza e dunque a danni ancor più gravi per il settore. Questa la linea decisa dal vertice informale dei ministri Ue dell'industria, riuniti a Bruxelles per fare il punto sulla crisi che sta colpendo tutte le principali case automobilistiche europee. A Bruxelles era presente per l'Italia il ministro delle Attività Produttive Claudio Scajola che «sta valutando eventuali nuove misure», visto che gli incentivi per l'acquisto di auto meno inquinanti sono scaduti lo scorso 31 dicembre. Nessun passo in avanti per ora perché ogni misura sarà presa solo in accordo con le direttive Ue. «Vedremo con gli altri Paesi europei - ha detto il ministro - quali strumenti saranno ritenuti più efficaci e compatibili con le norme Ue». La riunione d'emergenza era stata convocata dalla Commissione Ue su richiesta di molte capitali europee, alla luce degli ultimi drammatici dati sul settore auto: in Europa nel 2008 oltre un milione in meno di macchine vendute rispetto all'anno precedente, con un crollo delle vendite quasi del 20% in dicembre. In Italia nel 2008 il calo è stato del 13,4%. «L'Italia guarda con grande preoccupazione a questa situazione», ha detto Scajola, sottolineando «la netta riduzione dei volumi produttivi e dei livelli occupazionali». Intanto i ministri Ue pensano ad un incremento dell'impegno finanziario della Banca europea degli investimenti (Bei) a favore del settore auto: e una delle ipotesi - ha spiegato Scajola - è quella del raddoppio, da 4 a 8 miliardi di euro, della cifra messa a disposizione per il credito alle imprese, «con la possibilità di finanziamenti per singoli progetti - ha aggiunto il ministro - fino al 75%».