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«Guerra inutile. Tra Roma e Milano decide il mercato»

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Fiumicino o Malpensa sono alla pari dunque? «Dico che qualunque scelta deve tenere conto della domanda del mercato. Che al Nord è più ricca per ragioni storiche e industriali. Non penso che la Cai si discosterà dalle linee del suo piano industriale. Se all'inizio fosse privilegiata Roma una compagnia che vuole raccogliere la domanda del Nord non può tenere troppo basso il numero di voli su Malpensa. Dunque sarebbe il mercato a portare un riequilibrio tra Roma e Milano» Se arriva Air France, però, Roma è in pole position «Non è giusto dire che la scelta di un partner penalizzerà uno scalo rispetto all'altro. Nel medio termine, e cioè in 6-18 mesi, il legislatore non potrà fare a meno di liberalizzare le rotte (gli slot, le finestre orarie di decollo ndr) sugli scali in cui si crea un bisogno. Anche sugli aeroporti in ogni caso è necessario avviare una razionalizzazione». Cosa non va? «Oggi in Italia ci sono più di 40 scali aeroporti commerciali. Bisogna capire se tutti hanno le stesse priorità oppure se è necessario che il legislatore cominci a fare una selezione per indirizzare le risorse solo verso quelli più produttivi. Anche per questo la commissione che presiedo sta per avviare un'indagine conoscitiva sul sistema aeroportuale italiano. Prima gli scali erano al servizio della vecchia Alitalia statale e troppo influenzata dalla politica. Oggi non è più così e il sistema va rivisto. Eppure i sindaci e le regioni italiane mettono in cantiere nuovi progetti. «Ben vengano tutti i nuovi progetti. L'importante è che non siano finanziati con i soldi dei cittadini. E che nascano dove ci sia un effettivo bisogno». Su cosa porrà l'attenzione a decollo avvenuto. «Sul settore cargo. L'Italia è un paese che esporta. Se a Cai il settore non interessa lasci spazio ad altri operatori. E poi le tariffe. Vigileremo per evitare che non aumentino. Sulla Roma - Milano non temiamo rincari perché il competitor è forte ed è Ferrovie dello stato. Sulle altre tratte vigileremo».

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