L'inflazione rallenta ancora
Il principale responsabile delle fiammate registrate nel corso dell'anno e ora del raffreddamento di dicembre resta lo stesso: il petrolio. I prezzi al consumo hanno infatti seguito praticamente in automatico le quotazioni internazionali del greggio, che dai 150 dollari di luglio sono scese il mese scorso sotto i 40 dollari al barile, influenzate dai sempre più forti venti di crisi. Così dopo il 4,1% registrato a luglio e a agosto, con aumenti a due cifre per i carburanti e tariffe energetiche in piena corsa, l'inflazione ha invertito la marcia a partire dall'autunno, scendendo progressivamente e lasciando prevedere un ulteriore rallentamento anche per inizio 2009. La frenata di dicembre è evidente guardando ai prezzi di benzina e gasolio che hanno segnato cali rispettivamente del 16,3% e 12,7%. Anche i generi alimentari, altri imputati dei rialzi estivi, sembrano inoltre ormai in discesa. Secondo i dati dell'Istat infatti gli aumenti del pane e soprattutto della pasta restano significativi, ma comunque in rallentamento: la pasta di semola di grano duro ha registrato il mese scorso un incremento del 28,2% dal +29,8% di novembre. In un mese i prezzi sono diminuiti dello 0,2%. Rispetto a novembre i prezzi del pane sono invece scesi dello 0,1%, con un incremento su dicembre 2007 del 3,4% contro il +4,1% di novembre. Grazie alla leggera frenata anche di latte, formaggi, uova e carne, il carrello della spesa delle famiglie sembra dunque un pò più leggero. Il ministro Scajola parla di «un indubbio sollievo» per i bilanci familiari e invoca un ulteriore taglio dei tassi Bce per rilanciare l'economia in panne. I consumatori calcolano invece un'inflazione annua del 5,9% con un aggravio di 1.800 euro a famiglia.