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«Lo Stato non paga, Pmi a rischio»

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Gli ultimi dati presentati dal presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, parlano di un debito della pubblica amministrazione di oltre 70 miliardi di euro. «La situazione è drammatica» spiegano a Il Tempo Antonio Persici e Milène Sicca, rispettivamente presidente e vice presidente dell'Oipa(Osservatorio Imprese e Pubblica Amministrazione) che monitora il fenomeno Cosa è stato fatto finora? Nel 2000 l'Ue emanò una direttiva per scoraggiare il ritardo nei pagamenti. L'Italia l'ha recepita nel 2002. Ma non è cambiato sostanzialmente molto, i principi della direttiva sono troppo spesso ignorati o consapevolmente elusi. La situazione italiana è divenuta insostenibile, per cui occorrono misure normative più articolate e perentorie per porvi rimedio. Qual è la vostra strategia? «Noi ci proponiamo come collettore delle istanze delle imprese coinvolte e come piattaforma neutrale su cui possano trovare un dialogo propositivo anche i rappresentanti delle Istituzioni». A livello europeo, avete già proposto iniziative?. «Sì. Dopo aver patrocinato la presentazione di una interrogazione Parlamentare alla Commissione Ue, sottoscritta dall'onorevole Alfredo Antoniozzi, visto l'immediato riscontro del Commissario per le Imprese e l'industria Gunter Verheugen, nel mese di febbraio 2008 abbiamo depositato anche una Denuncia/Petizione cui hanno aderito moltissime associazioni imprenditoriali. La Commissione ha accolto l'iniziativa dando corso a una consultazione pubblica fra le imprese dei Paesi membri per conoscere meglio la gravità del disagio. Dottoressa Sicca, sul fronte nazionale cosa fate? «Abbiamo costituito un Tavolo Tecnico, composto da esperti per mappare l'attuale situazione per settori merceologici e aree geografiche, verificare quali siano le priorità e gli interventi più urgenti da porre in essere. Cosa farete nel prossimo futuro? «La "manovra d'urgenza" del Governo introduce all'art. 9 l'attenzione al problema da noi lamentato. È un'occasione strategica per far pervenire le nostre proposte ai parlamentari e far sì che, sia in fase di modifica del testo in conversione e nella fase regolamentare, vengano recepiti gli aspetti più importanti».

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