Confindustria, Italia fuori dalla recessione nel 2010
Lo stima il Centro studi di Confindustria secondo il quale il Pil diminuirà dello 0,5% quest'anno e dell'1,3% nel 2009. La ripresa comincerà a farsi vedere solo alla fine dell'anno prossimo segnando poi nel 2010 un +0,7%. Il Centro studi ha quindi rivisto al ribasso le ultime stime di novembre che prevedevano nel 2008 un calo del Pil dello 0,4% e nel 2009 dell'1%. Il -1,3 che secondo il Csc sarà toccato l'anno prossimo deriva in gran parte dall'effetto trascinamento del 2008 che peserà per -1%. Al netto di questa eredità, nella prima parte del 2009, il prodotto interno lordo diminuirà infatti, secondo le stime dello 0,4% per poi segnare nel secondo semestre un +0,1%. La crescita accelererà nel corso del 2010, con un ritorno sopra l'1% tendenziale nell'ultimo trimestre. Il Centro studi sottolinea che nella situazione attuale i fondamentali dell'economia sono estremamente favorevoli: il calo dei tassi di interesse che secondo Confindustria proseguirà nel 2009 porterà notevoli risparmi alle famiglie e alle imprese, così come il crollo dei prezzi delle materie prime abbatterà l'inflazione e aumenterà il potere di acquisto delle famiglie. Infine un euro meno forte sosterrà il recupero di competitività del made in Italy. Tuttavia «le possibilità di rilancio dell'economia italiana sono strettamente legate al ripristino della fiducia e al dissiparsi dell'incertezza che attanaglia la spesa di famiglie e imprese. Altrimenti - prosegue il Csc - si avrà una recessione più lunga e profonda nel 2009, seguita da una stagnazione nel 2010. Solo la politica economica, coordinata a livello internazionale, può riuscire ad ottenere questo effetto. Nel 2009, per la prima volta dal 1994, la variazione annua dei posti di lavoro sarà negativa, con un calo dell'1,4%. È quanto stima il Centro studi di Confindustria secondo il quale tra il secondo trimestre del 2008 e la seconda metà del 2009 si avrà una perdita di 600 mila posti di lavoro. Nell'industria la caduta sarà l'anno prossimo dell'1,8%. È questo infatti, sottolinea il Csc, «il settore più esposto alla sfavorevole dinamica della domanda globale», anche se una diminuzione «è in corso perfino nei servizi, tradizionale serbatoio di posti di lavoro (-1,4% nel 2009)». La crisi porterà «inevitabilmente ad un incremento sostanzioso del tasso di disoccupazione - prosegue il Csc - nel 2009 toccherà l'8,4% per l'effetto congiunto della perdita di posti e della ricerca di un impiego da parte dei soggetti a più basso reddito e nelle aree più arretrate del paese». Brusca frenata nel 2009 per l'inflazione che da un tasso del 3,4% quest'anno scenderà all'1,7% l'anno prossimo. È quanto prevede il Centro studi di Confindustria che stima però anche un netto ridimensionamento dei consumi delle famiglie. Il Csc calcola infatti un calo dello 0,5% nel 2008 (dal +1,4% del 2007) e dell'1,4% nel 2009.