I dati Usa affondano le Borse Ue, la Fiat chiude per un mese

Così durante le festività natalizie in quasi 59 mila resteranno a casa. Non solo: la Cgil regionale ha diffuso ieri una stima secondo la quale nella sola Lombardia sono 180 mila i lavoratori a «fortissimo rischio» di perdere il posto. In Borsa, intanto, il Mibtel con un calo del 4,74% a 14.123 punti si è riportato ai livelli del settembre 1997, mentre lo S&P/Mib ha lasciato sul terreno il 4,99% a 17.968 punti (minimi da dicembre dello stesso anno). Tutto annullato: l'effetto della new economy e il boom dei titoli bancari, legato alla finanza derivata. Si ritorna alla casella di partenza come nel gioco dell'oca. A buttare giù gli ultimi baluardi borsistici sono stati, ieri, i dati sulla disoccupazione negli Usa. Che hanno perso oltre mezzo milione di posti di lavoro solo a novembre e visto l'indice dei «senza lavoro» salire al 6,7%, il più alto negli ultimi 15 anni. Un dato che conferma la recessione in atto nell'economia americana. E che è stato salutato dalle Borse Ue con l'ennesimo crollo. Un altro venerdì nero, a cui si è aggiunto il calo del petrolio Brent sceso sotto i 40 dollari al barile, insomma che ha spazzato via dai listini del Vecchio Continente quasi 180 miliardi di euro di capitalizzazione. Solo a Milano sono andati in fumo 17,9 miliardi. L'indice paneuropeo Dj Stoxx ha ceduto il 3,83%. Parigi ha lasciato sul terreno il 5,5%, Francoforte il 4% e Londra il 2,%. Il timore di un grande crac ha colpito non solo gli investitori ma anche gli inquilini della Casa Bianca. «Sono preoccupato dalla sopravvivenza delle case automobilistiche», ha spiegato George W. Bush, il presidente uscente. Una dichiarazione a cui si è aggiunto il suo successore Barack Obama: la crisi in corso «prima di migliorare peggiorerà». Bush ha apertamente parlato di recessione in corso proprio mentre i manager delle tre grandi case automobilistiche in crisi -Gm, Ford e Chrysler- stanno mendicando aiuti miliardari al Congresso per evitare la bancarotta.