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Gas del Kurdistan in Italia attraverso la Turchia

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L'Iraq oltre al petrolio offre anche gas? Barzani è stato chiaro: «Abbiamo molto gas, e sappiamo che l'Italia ne ha bisogno. Per questo chiediamo al vostro paese di contribuire allo sviluppo dei nostri giacimenti e di partecipare alla costruzione di un metanodotto che transiti attraverso la Turchia e porti il gas all'Europa e all'Italia». Più concorrenza con Russia e Algeria? Sì. È di fatto il più significativo progetto alternativo ai canali di fornitura che arrivano da quei paesi. Si creerebbe maggiore concorrenza e stabilità. E si aprirebbe anche un aspetto di normalizzazione nella regione. Non a caso il governo regionale ha avviato una collaborazione con il governo turco. Lo sviluppo del Kurdistan passerà attraverso una distensione con Ankara e il metanodotto potrebbe essere una chiave per facilitare il processo. Non solo. Un'eventuale costruzione sarebbe un elemento di stabilizzazione per tutto l'Iraq. Perché? Il piano finanziario per un progetto del genere, e dunque i ritorni economici per chi investe i capitali, ci sono solo se il metanodotto verrà utilizzato per trasportare anche il gas del sud dell'Iraq. Un fatto importante per portare stabilità nella regione È l'unico risultato della missione? No. Le risorse del petrolio hanno avviato nell'area un boom innescato dalla costruzione di infrastrutture che hanno dato, finora, una crescita del 9% all'anno del Pil Spazio all'edilizia dunque? Non solo. La regione era una delle aree più fertili per l'agricoltura. Oggi il Kurdistan vuole far rifiorire l'agroindustria e la filiera alimentare. E ha chiesto al governo italiano di scrivere un progetto di massima per l'intero settore. La necessità è quella di diversificare l'economia troppo legata al petrolio. C'è spazio, per esempio, per la sanità visto che a breve sarà appaltata la costruzione di 15 ospedali.

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