Nessun ritocco al ribasso del prezzo della pasta. È questo ...
«Operiamo in un momento drammatico - ha detto Guido Barilla - gli aumenti dei prezzi della pasta, in un momento di forte tensione di tutti i fattori produttivi, si sono resi necessari a causa dell'esplosione del costo delle materie prime, di tutti i costi relativi al processo produttivo e dei cambiamenti sui mercati globali. Per le imprese non è mai piacevole aumentare i prezzi ma in questo caso non avevamo alternative». Sulla stessa linea anche Vincenzo Divella, amministratore delegato della «F.Divella Spa». «L'aumento della pasta che c'è stato quest'anno è in realtà un adeguamento, dal momento che si partiva da un livello basso e a causa dell'aumento dei costi produttivi». Divella nega che siano in atto forme di speculazione. «Il prezzo della pasta non può essere determinato, come indicano alcuni, solo dalla quotazione del grano che ora è in discesa - aggiunge Divella - Ci sono altri oneri produttivi che pesano e, pertanto, in presenza di un calo del prezzo dei cereali certamente si può passare ad operare dei ribassi come peraltro sta già avvenendo, ma non più di tanto». Intanto da un'indagine della Coldiretti emerge che per effetto dei rincari i consumi di pasta nel 2008 sono diminuiti dello 0,2%. Inoltre i consumatori spenderanno in pasta ben il 30,5% in più per portare a casa una quantità addirittura inferiore.