Borse tutte in negativo Bankitalia: "L'Italia ristagna"
Per una volta non sono le banche i titoli più venduti, nonostante il comparto sia comunque colpito dai realizzi (-4,5%). A soffrire maggiormente sono i minerari (-13,3%), le costruzioni (-7,7%), gli industriali (-6,9%) e gli energetici (-5,7%), comparti non finanziari ma legati all'economia reale, mentre i prezzi in calo di materie prime e petrolio segnalano ancora una volta timori di un calo della domanda globale. Tra i peggiori Xstrata (-18,5%), Anglo American (-16,9%), Rio Tinto (-15,9%), il cementiero francese Lafarge (-11,1%), British Gas (-8,2%) e Royal Dutch Shell (-5,2%). Giù tra i bancari Credit Suisse (-11%). Di seguito gli indici dei titoli guida delle principali Borse del Vecchio Continente: - Londra -5,53% - Parigi -5,03% - Francoforte -5,28% - Madrid -3,62% - Milano -3,40% - Amsterdam -5,91% - Stoccolma -3,93% - Zurigo -4,02%. Il quadro congiunturale dell'economia italiana manifesta per quest'anno segnali di "ristagno", ma pur non essendo roseo resta ancora fuori dalla palude recessiva. E' quanto emerge dal Bollettino Economico diffuso oggi dalla Banca d'Italia, in cui si sposano sostanzialmente le ultime stime del Fondo monetario internazionale, che ha rivisto le previsioni di crescita per tutti i paesi avanzati nell'ultimo Outlook e che ha cifrato per il pil italiano -0,1% quest'anno e -0,2% nel 2009. "L'ipotesi sottostante - ricorda il Bollettino - e' quella di un successo delle azioni delle autorita' volte a stabilizzare i mercati e le economie, sicche' l'attivita' riprenderebbe gradualmente gia' nel corso del 2009. Faciliterebbero questo processo i recenti, forti ribassi dei prezzi dell'energia e delle materie prime e il passo ancora sostenuto delle principali economie emergenti". Per l'Italia, dopo il rimbalzo dell'attivita' produttiva nel primo trimestre, "si sono susseguiti segnali di debolezza". Nel secondo trimestre, nota Bankitalia, il prodotto si e' contratto rispetto al primo ed "il quadro congiunturale da' segnali di un ristagno per il resto dell'anno. La produttivita', che riflette le insufficienze strutturali della nostra economia, risente negativamente del ripiegamento ciclico". Positivo - e questa e' forse la sola vera, buona notizia del Bollettino Economico - l'andamento dell'inflazione, che "flette per il ribasso dei corsi petroliferi e la debolezza della domanda". "La decelerazione della dinamica dei prezzi dovrebbe proseguire nei prossimi mesi favorita anche dalla congiuntura economica negativa". Cio' non esclude tuttavia che la frenata risulti meno eclatante dovendo scontare gli effetti provenienti dall'adeguamento delle tariffe energetiche, "che recepiranno con i consueti ritardi i passati aumenti delle quotazioni delle materie prime sui mercati internazionali".