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La Pubblica Amministrazione centrale e locale paga troppo ...

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Dati recenti spiegano che il 75% delle imprese in Europa si ritrova a fare i conti con i tempi eccessivi di pagamento delle P.a., motivo di fallimento per un'azienda su 4 e di 450 mila posti di lavoro persi ogni anno. Ma l'Italia indossa la maglia nera e, con 138 giorni di ritardo in media a fronte dei 68 in Europa, si lascia alle spalle il solo Portogallo. «Ci sono imprese che aspettano mesi, a volte anche anni - spiega il presidente di Oipa, Antonio Persici - è un problema serio, che l'attuale congiuntura economica a crescita zero ha contribuito a peggiorare. Basti pensare che il volume d'affari del debito accumulato dalle P.a. con cui si trovano a fare i conti le imprese fornitrici è di circa 25 mld di euro». Una condizione non più sostenibile, secondo Oipa, che da un lato si è rivolta alla Commissione Ue per un intervento sovranazionale e dall'altro ha costituito un Tavolo Tecnico finalizzato ad analizzare l'attuale situazione e trovare soluzioni che possano risolvere il problema dei debiti pregressi e dettino nuove regole per il futuro. L'iniziativa europea di Oipa si è concretizzata dapprima con il patrocinio dell'interrogazione europea sottoscritta dall'On. Alfredo Antoniozzi successivamente con la presentazione di una Denuncia/Petizione volta a scatenare un Procedimento d'Infrazione nei confronti dell'Italia. «Il Commissario europeo Verheugen e la Direzione Generale Impresa - spiega Persici - hanno valutato i termini della denuncia, considerando la necessità di approfondire il problema lamentato. Da qui, in primis, hanno indetto una consultazione pubblica tra le imprese del mercato interno europeo conclusasi lo scorso agosto, il passo successivo sarà quello di riformulare, entro febbraio '09, i termini della Direttiva sul tema, la 35/2000. È parere anche della Commissione che la Direttiva in menzione non abbia ottenuto i risultati sperati né in Italia né in altri Stati, di conseguenza vada rivista e rafforzata perché alcune disposizioni sono facilmente aggirabili». Tra le ipotesi allo studio c'è la fissazione di termini massimi europei consentiti per il pagamento e di percentuali più alte dell'attuale 11% degli interessi moratori nonché la previsione di conferire rilevanza giuridica, ai fini sanzionatori, ai ritardi sistematici visti come «pratica commerciale sleale». Contestualmente, gli obiettivi del Tavolo Tecnico promosso dall'Osservatorio sono volti a far nascere iniziative strutturate e concrete quali ad esempio il sostegno alla Proposta di Legge presentata dall'On. Mazzocchi contenente alcuni temi estremamente interessanti e ampiamente condivisi quali: la compensazione dei reciproci crediti P.a/Imprese, l'utilizzo dei crediti quale garanzia o sostegno alla garanzia, l'obbligo di pubblicare annualmente i debiti delle P.a. e i rispettivi ritardi di pagamento, l'ampliamento del diritto di accesso ai dati. A questi potremmo aggiungere misure più severe verso gli amministratori pubblici che agiscono con negligenza e irresponsabilità se non peggio con dolo, l'applicazione automatica di sanzioni per le P.a. in caso di ingiustificato ritardo. Quanto all'enorme debito maturato dalla P.a. l'unica soluzione, visti i disavanzi dello Stato, è un intervento del sistema creditizio pubblico e privato quali la Cassa Depositi e le Banche che finanzi le operazioni di pagamento a carico degli Enti diluendo il rientro a medio/lungo termine. «La volontà di risolvere questo grave limite alla crescita economica non può avere colore politico - conclude Persici - perché riguarda tutti, solo un azione sinergica senza conflittualità e protagonismi potrà portare a soluzioni strutturali e definitive».

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