Giancarla Rondinelli g.rondinelli@iltempo.it Era l'ultimo ...
La firma delle due sigle degli assistenti di volo, Sdl e Avia, si è aggiunta al sì dei piloti, chiuso nella notte fra venerdì e sabato, sottoscritto anche dalle sigle che già avevano detto sì all'accordo, Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Anpav. Quello di ieri è l'ultimo tassello per l'intesa complessiva con la Cai che consentirà la nascita della nuova compagnia di bandiera. Gli assistenti di volo hanno firmato ma per Antonio Divietri, leader di Avia, «non c'é nulla da esultare». È un momento di dolore e riflessione, ha aggiunto Divietri, «perchè almeno un collega su tre dovrà andare a casa». Il grande artefice, per il governo, dell'intesa tra sindacati e Cai, sembra essere stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il quale, anche in questa occasione, ha riscosso la gratitudine dai rappresentanti del lavoratori. «Tutto bene ciò che finisce bene», esclama soddisfatto Silvio Berlusconi. «Sono stato non solo spiritualmente presente alla trattativa - ha spiegato il premier - ma anche fisicamente perché ero collegato in diretta con i locali dove si tenevano queste cose». Il presidente del Consiglio ha anche sottolineato che la trattativa «è andata a sbattere contro privilegi cristallizzati lungo tanti anni che rendevano impossibile la gestione positiva dell'azienda». A questo punto la questione che rimane sul tappeto è quella del partner straniero, questione che si sta trasformando sempre di più in un «derby» (parola del ministro della Difesa, Ignazio La Russa) tra Air France-Klm e Lufthansa. Il governo continua a sottolineare che la decisione spetta alla Cai, ma il dibattito politico tra filo-francesi e filo-tedeschi (che risente delle preoccupazioni sul futuro degli aeroporti di Fiumicino e Malpensa) accenderà la discussione nelle prossime settimane. In ogni caso, ha spiegato il presidente Cai Roberto Colaninno, per la decisione «non c'è fretta: l'elemento principale della scelta è mettere insieme e condividere costi e ricavi di una componente molto più focalizzata sul mercato italiano». Nei prossimi giorni, ha aggiunto il numero uno della cordata italiana, «le cose da fare sono difficili ma a portata di mano, e servono quindi l'entusiasmo e la buona volontà di tutti». Il ministro delle Infrastrutture ha voluto porre l'accento su un altro punto cruciale, la situazione del sistema aeroportuale nazionale. «In Italia - ha sottolineato - ci sono 106 aeroporti e questo ha rappresentato un grosso problema per Alitalia perchè il traffico low cost di molti di questi scali le ha tolto passeggeri col risultato che ha il 38% del mercato interno contro il 70-80% di Lufthansa e Air France. Questo non è possibile e sul tavolo abbiamo perciò la riforma del sistema aeroportuale».