Crisi dei mutui Usa
Ma dal Comitato per la stabilità finanziaria, riunitosi ieri al Tesoro, arriva un segnale rassicurante per il sistema italiano: per banche, assicurazioni e società di casa nostra «il rischio è limitato», anche dopo il crack di Lehman Brothers. «Le conseguenze sul sistema bancario italiano sono nel complesso contenute», si legge nel comunicato finale della riunione alla quale hanno partecipato, oltre al ministro dell'Economia Giulio Tremonti, il direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli, quello di Bankitalia Fabrizio Saccomanni, il presidente dell'Isvap Giancarlo Giannini e il presidente della Consob Lamberto Cardia. «Secondo un'indagine compiuta dalla Banca d'Italia - si spiega - l'esposizione dei primi venti gruppi bancari italiani verso la ehman Brothers si ragguaglia allo 0,5% del patrimonio di vigilanza, valore significativamente inferiore alla media europea». Esposizione contenuta anche per le società italiane quotate in Borsa. Secondo un'indagine Consob su un campione di gruppi non bancari e non assicurativi, «circa due terzi risultano non avere alcuna esposizione verso il gruppo Lehman Brothers», mentre per gli altri «i rischi appaiono limitati». L'esposizione complessiva del campione è pari a 120 milioni di euro per i derivati e a 14 milioni di euro per titoli in portafoglio. Notizie tranquillizzanti anche sul fronte delle assicurazioni: secondo i dati dell'Isvap, infatti, «l'esposizione diretta delle imprese che detengono attivi della banca d'affari americana ammonta 1,14 miliardi di euro, pari allo 0,40% delle riserve tecniche». Intanto in una «Pearl Harbor economica» come quella attuale dovuta alla crisi subprime, il guru della finanza Warren Buffett ha investito 5 miliardi di dollari nella banca d'affari Goldman Sachs. L'Fbi ha acceso il faro su Fannie Mae, Freddie Mac, Aig e Lehman Brothers per verificare se parte dei problemi delle società sia legata a un'eventuale frode.