Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Riforma dei contratti, muro di Cgil

default_image

Confindustria presenta una bozza di accordo. Immediate le critiche di Epifani

  • a
  • a
  • a

Anzi, già giovedì prossimo le organizzazioni confederali potranno portare al tavolo le loro osservazioni e le loro richieste di modifica. Certo, la reazione della Cgil, contrariamente a quella assai più «morbida» di Cisl e Uil, non lascia spazio a interpretazioni di sorta: la prima valutazione è «molto critica»; molti i punti considerati «non condivisibili» e le distanze sono «ancora significative». Il nodo più spinoso resta quello dell'indice di inflazione da utilizzare per i rinnovi. Nella proposta degli industriali si parla di «un indice previsionale triennale depurato da alcune voci di inflazione importata». E proprio qui sta il punto: depurato dalla sola componente energetica - si chiedono i sindacati che sarebbero disposti ad accettarla - o anche da altro? E se altro, da cosa? C'è poi la questione del valore retributivo cui applicare l'indice, sul quale i sindacati vorrebbero maggiore libertà per le singole categorie; e i temi della decorrenza e, soprattutto, delle sanzioni per chi non rispetta regole e tempi. Insomma, ci sarà sicuramente ancora molto da discutere, ma questa volta il testo di Confindustria non ha prodotto strappi immediati. Un accordo «dovrebbe portare a un cambiamento generale delle relazioni sindacali: da una logica di contrapposizione e di conflittualità a una logica di maggiore condivisione degli obiettivi», è l'auspicio del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che spiega come gli le aziende si siano mosse per «mantenere i 2 livelli contrattuali, ma con uno spazio sempre maggiore per la contrattazione di secondo livello, in particolare la contrattazione aziendale, perché è lì che si può meglio trovare un punto di incontro tra la produttività e l'aumento dei salari». Di «ulteriore passettino in avanti», parla il suo vice, Alberto Bombassei, che sottolinea come gli industriali abbiano fatto «un salto notevole nel non applicare l'inflazione programmata» e avverte: «i tempi si stringono». Di documento «interessante» e di «qualche avanzamento» parla il leader della Cisl Raffaele Bonanni. Il suo sindacato vuole e mira a un accordo «entro settembre», ma quello della depurazione dell'indice inflattivo di altre voci oltre a quella dell'energia resta un ostacolo, così come vuole che siano sciolte le ambiguità del testo circa la dicotomia fra contrattazione aziendale e territoriale. Ottimista il numero uno della Uil Luigi Angeletti che parla di «elevata» possibilità di arrivare a un'intesa. Diversa la valutazione della Cgil, «molto critica», su un testo dal quale «emergono distanze ancora significative e molti punti gravemente critici».

Dai blog