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L'Ocse taglia le stime del Pil italiano

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Le stime non esaltanti per il Belpaese sono state pubblicate nel Rapporto sulle previsioni intermedie e hanno individuato, invece, negli Stati Uniti il Paese del G7 in cui la crescita risulterà più consistente, con un aumento annuo dell'1,8%. Con il freno tirato, invece, la zona euro, che risente della debolezza, oltre che dell'Italia, anche di Francia e Germania, e che dovrebbe chiudere il 2008 con un pil in crescita dell'1,3%, contro la previsione di +1,7% formulata dall'Organizzazione tre mesi fa. L'Italia si conferma dunque la pecora nera tra i sette Grandi con un dato annualizzato invariato nel terzo trimestre e in crescita dello 0,6% nel quarto. In calo anche le previsioni relative a Francia (pil 2008 in crescita dell'1%, contro il +1,8% delle stime di giugno) e Germania (da +1,9% a +1,5%), che trascinano così al ribasso le stime per l'intera Eurolandia. L'Europa, insomma, arranca, con un'attività che risulterà sostanzialmente «stagnante»: mentre gli Stati Uniti, almeno per il momento, spazzano via il rischio recessione da molti paventato. Le previsioni, avverte però l'organizzazione parigina, sono più incerte che mai, non solo perché le turbolenze finanziarie, la crisi immobiliare e i rincari delle materie energetiche continuano a incidere fortemente, ma anche perché non è chiaro quando si esauriranno gli effetti delle misure di stimolo all'economia statunitense varate in primavera. In ogni caso La retromarcia del petrolio, sceso ieri sotto i 106 dollari al barile, lascia sperare per i prezzi della benzina. Se il greggio dovesse mantenersi su questi livelli, i listini dei carburanti potrebbero infatti scendere nei prossimi giorni di circa 6 centesimi al litro. L'oro nero in calo ha fatto volare in Borsa i titoli delle compagnie aeree.

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