Filippo Caleri f.caleri@iltempo.it Sarà stato l'effetto ...
Eppure smentendo ancora una volta il sentire comune l'Istituto statistico ha segnalato una netta accelerata delle retribuzioni lo scorso mese. Le buste paga degli italiani sono lievitate del 4,3%, segnando l'incremento più alto da 11 anni a questa parte e battendo persino l'inflazione che, nello stesso mese, è schizzata al 4,1%. A spingere sono stati i molti rinnovi contrattuali recepiti due mesi fa. In pratica, rispetto al luglio del 2007, quando sul fronte contrattuale si registrava calma piatta, a luglio di quest'anno, sottolinea l'Istat, i rinnovi sono stati tanti e significativi. Al punto che i lavoratori dipendenti garantiti da contratti in vigore sono arrivati a poco meno di 9 milioni (il 72,5% del totale), contro i 3,4 milioni (il 27,5%) che ancora non hanno visto rinnovato il loro trattamento economico e normativo scaduto (a partire dalla pubblica amministrazione, dove la copertura contrattuale è nulla). A luglio miglioramenti retributivi sono stati registrati per i settori di pelli e cuoio, calzature, gomma e plastiche, ceramica, commercio, scuola privata laica, banche centrali. Basti pensare che l'intesa sul commercio, applicata anche ai servizi di mercato, dopo 18 mesi di vacanza contrattuale ha regolato il trattamento economico di quasi 1,9 milioni di dipendenti. I consumatori hanno espresso però qualche critica. Per la Federconsumatori guidata da Rosario Trrefiletti, «suoi dati Istat abbiamo qualche perplessità». Ma se dal punto di vista degli aumenti retributivi qualcuno ha sorriso cattive notizie sono arrivate dal fronte dell'occupazione. Quella nelle grandi imprese con più di 500 dipendenti è diminuita a giugno dello 0,3%, con un peggioramento sia nell'industria che nei servizi che, pur mantenendosi in positivo (+0,3%), registrano un deciso rallentamento. Per l'industria il calo è stato invece netto e pari rispetto a giugno 2007 al -1,4%.