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Euro giù, riparte la corsa del dollaro

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Secondo l'economista dell'Istituto Ifo, Klaus Abberger: «Le imprese tedesche non hanno piani a lungo termine per creare nuovi posti di lavoro e così la prima economia di Eurolandia perde velocità con le imprese sempre meno fiduciose sulla tenuta delle esportazioni e la domanda interna incapace di compensare il divario». L'euro così ha subito la speculazione ribassista dovuta alle difficoltà economiche che la Germania sta vivendo dovute ad una contrazione congiunturale dello 0,5% (non succedeva dal 2004) e gli investitori, preoccupati di un allontanamento del credito da parte della Banca centrale europea, si sono defilati. A trarne beneficio è stato quindi il biglietto verde che, nella prima parte della seduta si è avvantaggiato grazie al momentaneo cedimento dei prezzi petroliferi. Nonostante questo in chiusura di mercato, ha subito una leggera limatura dei guadagni a causa della risalita del costo del greggio dovuta al pericolo dell'uragano Gustav e alla corrente di realizzi attivatisi sul brutto dato del mercato immobiliare. Sull'economia statunitense quindi si è riversata la fiducia dei consumatori. L'indice di gradimento infatti ha subito un'impennata dal 51,9% di luglio al 56,9% di oggi, dando credito a quegli operatori del mercato valutario che sostengono la tesi di un euro sopravvalutato rispetto al dollaro e che prevedono imminente il raggiustamento del cambio. Nonostante i dati sembrino far pensare a un recupero del dollaro però, il presidente della Federal reserve di Dallas, Richard Fisher, lancia l'allarme: «Il prodotto interno lordo degli Usa potrebbe essere negativo nel secondo semestre e le previsioni delle banche d'investimento riportano un Pil a meno 2,5% nel quarto trimestre del 2008 e nei primi tre mesi del 2009».

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