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Tim e Vodafone: arrivano i rincari con le nuove tariffe

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Se infatti fino al 4 agosto con 25 centesimi di euro (una vitamina) alla prima chiamata della giornata con la Tribù si parlava poi «a costo zero» per 24 ore, dal 5 la giornata di telefonate «gratis» costa 1 euro. Addio dunque alle vecchie tariffe economiche per i circa 6 milioni di clienti Vodafone (che attiverà i nuovi piani il 1 ottobre) e i 3 milioni della Tim. I 31 piani tariffari Vodafone, nati tra il 1998 e il 2003, oggi non più in commercio, saranno accorpati in 7 nuovi piani. Una decisione che ha «l'obiettivo di semplificare il proprio portafogli di piani tariffari. Questo inoltre permetterà di rendere disponibili per tutti i propri clienti nuovi servizi e promozioni», come si legge nell'sms arrivato ai clienti. I sette nuovi piani dunque servirebbero solo a semplificare la gestione della telefonia, mantenendo tutto sommato inalterate le caratteristiche dei precedenti. Unica differenza lo scatto alla risposta che salirà dai 10-15 centesimi attuali ai 16. Anche i 10 piani low coast della Tim sono ormai fuori mercato e saranno rivisti al rialzo, a partire dall'8 settembre, con un aumento di 0,05 centesimi al secondo, pari a 3 centesimi al minuto. La confusione tra i clienti è comprensibile. Bisogna scegliere tra il passaggio al nuovo piano tariffario o decidere di cambiare gestore, senza il pagamento di alcuna penale, rinunciando comunque alla convenienza di cui si era beneficiato fino a quel momento. Sembra che molti clienti Tim si stiano orientando verso nuovi piani, che sono una via di mezzo tra le classiche prepagate e i contratti. La sottoscrizione riguarda infatti un prezzo specifico mensile che può andare dai 30 ai 180 euro. Il gestore preleva automaticamente dal conto corrente questa cifra che, se si spende di più viene detratta successivamente, ma se si spende meno non viene riaccreditata al mese successivo. Una specie di prezzo fisso da valutare in base al proprio traffico telefonico. Non mancano le polemiche da parte delle associazioni dei consumatori. Il Codacons ha invitato gli utenti a cambiare gestore, visto che Wind e Tre al momento non intendano ritoccare le loro tariffe, mentre l'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori) ha intrapreso una crociata anti rialzo. Definisce infatti illegittime le decisioni sui rincari, facendo riferimento in particolare all'art. 70 del Codice dei Consumatori, per cui se ci sono dei cambiamenti sulle tariffe, questi devono essere comunicati ai clienti con tanto di motivazione valida. Quella che, secondo l'Aduc non sarebbe riportata in nessuno dei due messaggini che le compagnie stanno mandando ai clienti. L'associazione ha anche preparato un modulo per la diffida verso il proprio gestore compilabile e inviabile on-line dal sito www.aduc.it. Tra polemiche e motivazioni, resta il fatto che in Italia il telefonino ce l'hanno quasi tutti e che ormai, sia per il lavoro o per le relazioni personali, non se ne può proprio fare a meno. Una situazione confusa come questa potrebbe essere la buona occasione per ogni utente di fare un po' di autocoscienza, informandosi dettagliatamente dai diversi gestori. Ognuno potrebbe così forse trovare la soluzione più adatta alle proprie esigenze, valutando quanto spende ogni mese e quanto vorrebbe risparmiare. Dedicandoci un po' di tempo, insomma, ognuno potrà trovare il suo «profilo» migliore.

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