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Per i più distratti ancora un pò di tempo c'è. Chi, magari ...

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Prima di devolvere al Fondo anti-crack del ministero dell'Economia gli importi dimenticati, gli istituti di credito aspetteranno infatti ancora un pò, e cioè fino al 16 dicembre. Per mettersi in contatto con la banca, i titolari dei conti hanno quindi ancora qualche mese. È però essenziale che lo facciano di persona e direttamente, perché non bastano operazioni automatiche o effettuate da terzi. Per riportare a galla un conto addormentato, ricorda l'Associazione bancaria italiana guidata da Corrado Faissolo, non è indispensabile movimentare il conto con un prelievo o un versamento. Bisogna però comunicare alla banca dove il conto è depositato di voler mantenere attivo il rapporto, richiedere un carnet di assegni, un estratto conto o una copia della documentazione bancaria o altrimenti comunicare nuovi dati, come ad esempio il cambio di residenza. Non risvegliano il conto congelato invece accrediti dello stipendio o della pensione nè bonifici effettuati da terzi. Stime ufficiali sull'ammontare dei conti non ce ne sono, ma secondo le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori, sui conti «in sonno» è depositato un tesoretto da circa 10 miliardi di euro, distribuito su circa 1,5 milioni di posizioni «dormienti» nelle banche, nelle assicurazioni e alle Poste. Le associazioni ricordano inoltre che «gli aventi diritto hanno comunque tempo fino al dicembre 2018 per reclamare la titolarità» e, in una nota, invitano anche le banche a rendere noti gli elenchi di tutti i conti dormienti «espropriati e incamerati nei bilanci dal 1948 al 1998 invocando prescrizioni decenali inesistenti». Da ricordare che se è scaduto il termine per i conti bancari c'è tempo fino al 26 agosto per recuperare i conti postali.

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