Con uno sciopero di un solo minuto, proclamato per il sei ...
Il futuro di Alitalia è ancora nelle mani dell'advisor Intesa Sanpaolo, che dovrebbe presentare nella seconda metà di agosto il piano su cui lavora da inizio giugno: il dossier dovrebbe essere chiuso in tempo per il cda della compagnia per l'esame dei conti del primo semestre, slittato al 29 agosto. Alitalia non può aspettare ancora molto: con i conti in bilico sull'orlo del fallimento la compagnia potrebbe chiudere il bilancio dei primi sei mesi del 2008 con una perdita record, di 400 milioni di euro, quasi il doppio rispetto ai 211 milioni bruciati nello stesso periodo dello scorso anno. La stima è dell'Istituto Bruno Leoni che, in una analisi di Andrea Giuricin, giudica «sicuramente deboli per la compagnia e pessime per il contribuente» le soluzioni che, per quanto si è fino ad ora appreso, dovrebbero caratterizzare il nuovo piano per Alitalia. Non convince l'idea di creare una newco integrando le attività operative di Alitalia con Air One: operazione con «diversi punti critici», perché le due compagnie fanno oggi parte di diverse alleanze commerciali e uscirne comporta forti penali, e ancorta insieme sarebbero forti sul mercato interno (con il rischio di problemi antitrust) ma un piccolo operatore europeo. Mentre lasciare a una bad company la gestione del forte debito di Alitalia è una notizia «pessima» per i contribuenti. Anche l'eventuale ingresso in extremis di Lufthansa, accanto alla prevista cordata di imprenditori, non convince l'istituto Ibl: «L'entrata di un player europeo molto importante, con una quota minoritaria, sarebbe si importante, ma lascerebbe di fatto intatta l'italianità dell'impresa che fino ad oggi ha provocato perdite per più di 3 miliardi di euro». Varato il piano non sarà facile il confronto con i sindacati, in preallarme per le indiscrezioni sugli esuberi che potrebbero arrivare anche a quota settemila. «I lavoratori - hanno detto l'SdL - hanno bisogno di conoscere con grande chiarezza le prospettive industriali del progetto di rilancio, hanno il diritto di sapere se la soluzione che verrà prospettata sarà in grado di gestire una quota di mercato rilevante e superare definitivamente la stagnazione alla quale Alitalia è stata portata attraverso piani industriali fallimentari e scelte operative sciagurate, hanno la convinzione che nessuno dovrà essere abbandonato senza tutele e senza futuro».