Filippo Caleri f.caleri@iltempo.it Al pressing degli ...

Una richiesta seguita anche dall'invito alle aziende del settore a utilizzare «maggiormente promozioni e sconti». Le associazioni dei consumatori, che lamentano una discesa troppo lenta dei prezzi e non in linea con la riduzione messa a segno dal barile, non sono però soddisfatte. Anzi, il Codacons, secondo cui gli automobilisti continuano a pagare 4 euro in più del dovuto a pieno, ha annunciato che sta studiando una «mega-class action contro le compagnie». Intanto il greggio ha cominciato a sgonfiarsi. Ieri dopo un'apertura a New York, su quota 118 dollari, era risalito oltre i 120 dollari. Poi la tendenza è cambiata e la quotazione si è riportata a 117,5 dollari grazie all'inaspettato aumento delle scorte di greggio Usa, salite a 296,9 milioni di barili, con un rialzo di 1,61 milioni di barili e contro le previsioni degli analisti, che avevano preventivato un calo di 200.000 barili. A spingere al ribasso le quotazioni anche il rafforzamento del dollaro nei confronti dell'euro, sceso sotto 1,54. Le quotazioni sono ormai lontane dal picco di 147,27 dollari dell'11 luglio scorso, raggiunto dopo una corsa durata settimane che ha fatto bruciare record su record e lievitare il prezzo dei carburanti fino a un massimo di 1,56 euro al litro, tanto per la verde che per il gasolio. Dieci centesimi in più, per il diesel, rispetto al prezzo di riferimento che ieri l'Agip ha indicato ai propri gestori ( 1,464 euro a litro). Otto in meno per la benzina, che nei distributori del Cane a sei zampe è scesa a 1,481 euro al litro. Per gli altri marchi, che pure hanno varato dei ribassi, i listini si aggirano su 1,48 euro per entrambi i carburanti, ma con scarti, più o meno lievi, tra verde e gasolio.