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Bocciatura europea del condono Iva 2003

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La sentenza emessa dai giudici europei - che secondo alcuni esperti potrebbe aprire la strada a una pioggia di ricorsi - riguarda un provvedimento di cui, secondo i dati forniti dall'Italia, ha usufruito circa il 15% dei soggetti aventi diritto, cioè tra i 750 e gli 800 mila contribuenti. Che per aderire al cosiddetto «condono tombale», relativo al periodo d'imposta '98-2001, hanno versato al fisco due miliardi di euro. L'Iva e le accese sono imposte indirette armonizzate a livello europeo e quindi, al contrario di altri tributi di esclusiva competenza nazionale, sono soggette all'applicazione delle norme comunitarie. Partendo da questa base, la Commissione europea, ha contestato alle autorità italiane di aver «violato gli obblighi derivanti dalla sesta direttiva Iva», nonchè «l'obbligo di leale cooperazione» poiché gli Stati membri «sono tenuti a garantire una riscossione effettiva delle risorse proprie» della Comunità e a «non creare differenze significative nel modo di trattare i contribuenti». Le conseguenze della sentenza sono ora oggetto di esame da parte delle autorità italiane. Le quali hanno fatto sapere di voler seguire la «strada del dialogo» con Bruxelles per trovare insieme una «soluzione politicamente sostenibile». La questione sarebbe già stata sollevata da Tremonti in un colloquio avuto con il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso e sarà prossimamente al centro di un incontro tecnico con il commissario Ue per la fiscalità Laszlo Kovacs. Ora c'è la possibilità che chi ha aderito al condono chieda la restituzione di quanto pagato senza che lo Stato abbia la possibilità di effettuare accertamenti.

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