Alitalia, per Berlusconi è quasi salva

Perché, ha sottolineato il premier, il Governo ha ricevuto una «vera risposta dal mondo imprenditoriale» italiano, che si è presentato in massa per salvare Alitalia. È lo stesso premier a dirsi «personalmente convinto che, in tempi anche abbastanza brevi, presenteremo una nuova compagnia con un piano industriale che sarà sottoscritto da molti imprenditori italiani che parteciperanno al capitale della società». L'esecutivo, prosegue Berlusconi, dovrà addirittura «dire di no ad alcuni imprenditori, perché in troppi si sono presentati per partecipare al rilancio di Alitalia». In particolare, spiega ancora il presidente del consiglio, «la disponibilità che abbiamo ricevuto da molti imprenditori risulta a essere superiore al doppio di quella necessaria». E Berlusconi ha incassato anche l'appoggio del commissario Ue ai Trasporti: per Antonio Tajani, quello lanciato dal premier «è un messaggio positivo» per il futuro della compagnia. In merito al rispetto delle norme comunitarie, Tajani ha spiegato di aver incontrato «qualche giorno fa a Bruxelles» l'a.d. di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, che gli ha spiegato «in modo molto chiaro, su mia richiesta, che ogni scelta verrà fatta nel pieno rispetto delle normative comunitarie». Si torna a respirare «un clima di ottimismo», ha ribadito il ministro dei Trasporti Altero Matteoli. Che ha spiegato che la «nuova» Marzano «può essere una ipotesi che entra in gioco se non vanno bene le trattative, ma dalle parole di Berlusconi mi sembra che questa ipotesi sia stata abbandonata». Il ministro dello Sviluppo Claudio Scajola «ha ipotizzato questa soluzione, che mi sembra di buon senso, qualora non vada bene la prima ipotesi. Noi vogliamo salvare Alitalia e lavoriamo per la continuità aziendale».