Mutui più cari. Torna il tasso fisso
I mutuatari sono spaventati dalla possibilità che le rate variabili possano strozzare gli ormai striminziti bilanci familiari. I tassi dei mutui agganciati all'Euribor sono arrivati a giugno al 5,85% dal 5,75% del precedente record di maggio, salendo ai massimi dall'agosto del 2002. Così nei primi cinque mesi del 2008, più del 70% dei nuovi prestiti sulla casa è stato stipulato a tasso fisso, mentre il restante 30% è stato variabile. Valori opposti a quelli del 2003, quando il 78% dei mutui veniva contratto a tasso variabile e solo il 22,1% con interesse fisso. È il quadro che emerge dal rapporto mensile dell'Associazione Bancaria Italiana, che mette in mostra anche un livello record dei tassi per i prestiti complessivi a famiglie e imprese, saliti al 6,3% rispetto al 6,23% di maggio. Il futuro non promette poi niente di buono: le rilevazioni dell'Abi riguardano il mese di giugno, quando ancora il tasso di riferimento della Bce era fermo al 4%. È quindi altamente probabile che l'aumento al 4,25% deciso da Francoforte nei primi giorni di luglio finisca per ripercuotersi sul livello dei tassi applicati a famiglie e imprese, che così raggiungerebbero un nuovo record nel mese in corso. Sia per i mutui che per i prestiti, ha spiegato l'Abi, si tratta comunque di tassi di interesse nominali, che, se depurati dall'inflazione, mostrano un miglioramento rispetto alla situazione del 2002. Al netto della corsa dei prezzi, che a giugno ha raggiunto il 3,8%, il tasso reale sarebbe infatti pari a circa il 2%, contro il 3% fatto segnare nel 2002. Se l'inflazione riduce il tasso di interesse reale applicato dalle banche, rende comunque sempre più difficile tenere dietro agli aumenti delle rate che seguono i continui rialzi dei tassi. Per questo si preferisce il fisso. Anche se le famiglie rimangono esposte al rischio dei tassi di interesse. I contratti indicizzati ai tassi di mercato rappresentano ancora circa il 70% dei mutui complessivi.