Maurizio Gallo m.gallo@iltempo.it Il duopolio è finito. La ...

Calabrò ha anche auspicato una riforma del servizio pubblico televisivo in tempi brevi, la modifica della legge (ormai inaplicabile) sulla par condicio, il passaggio massiccio al digitale terrestre entro due anni e ha annunciato, infine, che l'authority applicherà la sentenza del Consiglio di Stato su Europa 7. Duopolio. Anche se «permane la concentrazione binomiale di emittenti per quanto riguarda l'audience e Rai e Mediaset raggiungono insiene l'84,1% della raccolta pubblicitaria», ci sono «tre soggetti in posizioni comparabili», spiega Calabrò. E se «nel 2007 la Rai ha registrato ricavi per 2.739 milioni», Sky Italia ne ha fatti 2.347. Riforma Rai. La Rai si è appiattita sulla tv commerciale, con «un'omologazione al ribasso che sbiadisce la missione del servizio pubblicoe colloca la nostra televisione al di sotto di altre tv europee». Le xause sono burocrazia imoperante e controllo politico asfissiante. Per questo la riforma non è più rinviabile e bisogna puntare sull'efficienza, svincolando viale Mazzini «dall'abbraccio dei partiti». Par condicio. «Alla luce delle difficoltà riscontrate nella sua applicazione» e del fatto che «la campagna elettorale si fa quasi interamente in tv», la Par condicio, che è stata messa in atto in uno «scenario diverso da quello presupposto», con «18 liste in competizione e 15 candidati premier che reclamavano tutti eguale spazio», va cambiata. Europa 7. L'autorità «darà puntuale esecuzione alle sentenze del Consiglio di Stato del 6 maggio 2008 sui ricorsi proposti da Europa 7», l'emittente che nel '99 vinse la gara per una concessione nazionale che non ha mai potuto trasmettere per mancanza di frequenze, occupate da Rai3 e Rete4. Digitale. Calabrò ha sottolineato che il passaggio al digitale terrestre va accelerato e ha auspicato che «entro i prossimi 24 mesi» la nuova tecnologià sia utilizzata da oltre la metà degli italiani.