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Servizi locali, Tremonti tenta il blitz

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Certo, bisognerà adesso vedere se la richiesta di modifica sarà resa ammissibile e vista la mannaia di Montecitorio nei giorni scorsi, c'è da aspettarsi sorprese. La Lega è irritata. E non è un caso che la presidenza della commissione Bilancio, retta dal leghista Giorgetti, s'è riservata di decidere. L'eemendamento proposto dal governo stabilisce che «il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali avviene, in via ordinaria, a imprenditori o società in qualunque forma cotituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica». Quindi si spiega che «alla gara possono partecipare società a partecipazione mista pubblica e privata a condizione che abbiano scelto il socio privato mediante procedure competitive». È possibile chiedere delle deroghe «per situazione eccezionali che a causa di peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto territoriale di riferimento, non permettono un efficace e utile ricorso al mercato»: in quel caso si può mantenere la proprietà interamente pubblica e in house. Ma per intraprendere questa strada bisognerà chiedere l'autorizzazione all'Antitrust. In tutti gli altri casi le società dovranno essere o miste pubblico-private o interamente private. Il governo, entro quattro mesi dall'entrata in vigore della legge, emana uno o più regolamenti per procedere alla liberalizzazioe con le gare. In particolare i regolamenti serviranno a «prevedere divieti a carico dei soggetti titolari della gestione di servizi pubblici locali non affidati mediante le procedure competitive, nonché i soggetti cui è affidata la gestione delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni patrimoniali degli enti locali qualora sia separata dall'attività di erogazione dei servizi e, in particolare, il divieto di acquisire la gestione di servizi ulteriori».

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