Filippo Caleri f.caleri@iltempo.it Prevenire è meglio che ...
Un deterrente, insomma, per evitare che l'aumento delle tasse previsto con la cosiddetta Robin Hood Tax (introdotta dal ministro Tremonti per colpire gli extraprofitti delle industrie petroliferi ed energetiche) venga traslato sulle bollette dei consumatori finali. Troppo facile in Italia, una volta fatta la legge, trovare il modo per aggirarla. Così Tremonti ha espressamente assegnato all'Autorità di settore il compito di vigilare sulla corretta applicazione della «Robin Tax, evitando che le imprese possano adottare condotte idonee ad eludere il divieto e a comprometterne la finalità di tutela dei consumatori». Ortis non ha sottovalutato la sua missione e ha imposto alle imprese in questione la trasmissione entro il 31 luglio 2008 dell'ultimo bilancio di esercizio disponibile, nonché delle relazioni trimestrali e semestrali del primo semestre 2008 e i documenti di budget relativi all'anno in corso. Dovrà essere trasmessa anche una dichiarazione con i valori dei margini operativi lordi unitari relativi a ciascun prodotto dei settori sotto osservazione riferiti sia all'anno 2007 che al primo semestre 2008. L'attività di controllo, per evitare sorprese sgradite sui conti della luce, non si fermano al solo invio di dati. In campo ci sarà anche una task force di tecnici pronti ad evidenziare anomalie e il possibile ricorso alla Guardia di Finanza per indagini e approfondimenti. Oltre alle sanzioni. Le imprese che non trasmetterano le informazioni e i documenti richiesti saranno punite con una multa amministrativa pecuniaria, salvo che il fatto costituisca reato. La determinazione del presidente dell'Autorità ha lasciato di stucco l'Unione Petrolifera. In una nota l'Up ha sottolineato come la decisione del garante costituisca il ritorno a un passato con un «controllo surrettizio dei prezzi». Logica invece la soddisfazione degli utenti. «Appoggiamo in pieno l'impegno dell'Autorità» ha detto Massimiliano Dona, segretario dell'Unc